Come mi iscrivo a Google Plus?
Come può contribuire a dare visibilità al mio brand? Che vantaggi e opportunità ho lato SEM e SEO?
A giugno 2011 viene finalmente lanciato su invito Google Plus, il tanto atteso Social Network di Google. Passato l’entusiasmo iniziale, tuttavia, Plus non sembra decollare, almeno non per tutti. Se, infatti, da subito vengono lanciati i primi esperimenti – soprattutto con Hangout – gli utenti non sembrano essere del tutto soddisfatti, mentre i brand passano l’estate in attesa del lancio delle pagine dedicate (brand pages). In autunno, però, Google Plus sembra riprendersi e raggiunge la soglia dei 40 milioni di utenti, mentre finalmente vengono lanciate le pagine dedicate ai brand.
Cresce il consenso intorno al Social di Mountain View e vengono rese note le aspettative di Big G: secondo le loro previsioni, entro la fine del 2012 sarà raggiunta la soglia dei 400 milioni di utenti. Ad aprile 2012, infine, viene lanciata una nuova versione di Google Plus – sia per Web che per mobile (anche su dispositivi iOS) – che segna un ritorno di interesse significativo per la piattaforma.
Come ci si iscrive a Google Plus?
Dopo aver raggiunto il sito, sarà sufficiente accedere utilizzando le proprie credenziali Google e quindi completare il proprio profilo personale.
Attenzione: esattamente come accade per Facebook, è essenziale disporre di un profilo personale per poter “operare” sulla piattaforma ed aprire, ad esempio, delle pagine brand.
I vantaggi, in termini , di “selettività” delle informazioni sono dichiaratamente parte della mission di G+, descritto da Google stesso come segue: “Google+ non è solo un altro sito da visitare. È un nuovo modo di comunicare attraverso tutti i prodotti Google. Se utilizzi Maps, Gmail, YouTube, la funzione di ricerca o qualsiasi altro prodotto di Google, Google+ ti aiuta a condividere le cose giuste con le persone giuste”.
In effetti, il meccanismo di Google Plus è una sorta di ibrido tra Facebook e Twitter: G+ è asimmetrico e consente dunque di seguire qualcuno senza essere seguiti a propria volta. Importante anche la possibilità di taggare i propri post con un hashtag, come su Twitter, per identificare l’argomento di cui si sta parlando. Questo consente di seguire gli argomenti, oltre che gli utenti, e di fare incontri interessanti di persone che si occupano dei nostri interessi e che altrimenti non avremmo avuto occasione di conoscere, opportunità offerta anche dalla condivisione delle cerchie.
Tanto le persone quanto i brand, infatti, possonno essere catalogati in cerchie (opzione che G+ ha lanciato un bel po’ di mesi prima di Facebook): ciò consente da un lato di mantenere organizzati i propri contatti, dall’altro e soprattutto di condividere i nostri contenuti solo con le persone a cui davvero ci interessa mostrarli. Quando dunque condivideremo un update potremo inserire tra i destinatari delle singole cerchie, condividere pubblicamente il nostro contenuto, condividerlo solo con utenti specifici. Ogni utente, inoltre, può appartenere a più cerchie e le cerchie possono essere condivise per aumentare la visibilità degli utenti in esse inseriti e per creare aggregazione sugli argomenti e le tematiche di interesse comune.
E’ inoltre possibile taggare persone e brand semplicemente usando il simbolo “+” prima di digitarne i nomi.
Naturalmente è possibile anche commentare e ricondividere quanto pubblicato da altri, oppure segnalare la preferenza verso un contenuto usando il tasto +1.
Il button +1 è disponibile anche per l’integrazione all’interno di siti e blog e, nel caso dei brand, – analogamente a quanto accade su Facebook con il “mi piace” – ha anche la funzione di raccogliere utenti intorno a una determinata pagina. Il meccanismo utenti/cerchie + pagine/argomenti è il vero plus di questa piattaforma, che consente meglio di qualunque altra di trovare quello che si sta cercando e di interagire con un gran numero di utenti che condividono i nostri interessi e che possono interagire e collaborare con noi alla diffusione di tematiche, cause e topics. Interessante, da questo punto di vista, studiare i meccanismi di due esperimenti che G+ sta facendo negli USA, con le pagine Google Politics & Elections e Google for Nonprofits, che mirano dichiaratamente all’interazione diretta di utenti e organizzazioni su tematiche di interesse comune.
L’integrazione con la Google search è ottimale: se un nostro contatto su Plus o uno dei brand che seguiamo ha fatto +1 su un elemento che stiamo cercando su Google, tale indicazione comparirà nei risultati di ricerca, aiutandoci a selezionare i risultati più interessanti anche grazie all’attività (e alla fiducia che riponiamo) dei nostri amici, con cui plausibilmente condividiamo interessi ed obiettivi.
Tra le attività che è possibile realizzare su Google Plus vi sono inoltre gli hangout (“video ritrovi” nella versione italiana) che possono essere di due tipi: accessibili solo come “spettatori”, oppure come partecipanti attivi ed organizzatori. Durante gli hangout è possibile compiere varie attività oltre alla semplice videochiamata, come ad esempio vedere dei video insieme o applicare effetti ai video. Alcuni brand stanno usando i gli hangout come veicolo promozionale o per incontrare i propri clienti presentando in anteprima prodotti o servizi o interagendo in occasione di eventi. Questa opportunità rappresenta una marcia in più per Google Plus rispetto ai competitor e si inserisce in una più ampia strategia in cui il social di Big G potrà rappresentare in futuro un vero e proprio hub, centrale rispetto a tutti i servizi offerti da Google.
Tra le altre attività consentite su Google Plus: l’inserimento di foto, l’esplorazione dei temi di tendenza all’interno della piattaforma attraverso gli hashtag, l’uso della chat di Google, perfettamente integrata e la sezione Google Play, dedicata interamente ai giochi. Benché ancora in fase embrionale, Google Plus ha già molte delle caratteristiche che a breve lo renderanno una delle piattaforme sociali più complete e potenti. Interessante anche il test che G+ sta portando avanti con Schemer, ad esempio. “Vi siete mai chiesti cosa fare? Anche noi. Schemer può aiutarci“, recita l’about di questa “appendice” al progetto G+. Su Schemer semplicemente si scrive cosa si vorrebbe o piacerebbe fare, si indica se lo si è già fatto o se lo si vorrebbe rifare e lo si condivide con gli altri utenti. Una sorta di “wish list” avanzata che permette un livello di interazione semplice, diretto, ma al tempo stesso estremamente avanzato e in grado di spiegare meglio gli obiettivi dell’intero progetto sociale di Google. La ricerca non è più relegata al solo livello del motore, ma diventa social e si concentra su gruppi di utenti e su argomenti di interesse comune, che diventano parte in causa e “aiutano” Google a comprendere meglio e ad individuare temi caldi, influencer e molto altro, anche in chiave semantica.
Come si apre una pagina brand?
E’ sufficiente cliccare nella sezione “Pages”e dunque seguire le istruzioni a schermo. Una volta completata la fase di avvio della pagina sarà possibile aggiungere amministratori alla pagina stessa, usare G+ come Pagina, condividere foto ed updates, organizzare dei videoritrovi. Al momento le funzionalità delle pagine brand sono piuttosto limitate, ma le premesse sono ottime e ci si aspettano grandi cose da questo strumento. Questa è la pagina di Studio Boraso.com su G+.
Quali sono i vantaggi di Google Plus per la Search Engine Optimization?
Tra gli obiettivi di Google con l’introduzione della Social Search consentita dal +1 button vi è certamente lo scopo di dare maggiore visibilità ai risultati condivisi ed ai brand che sono piaciuti ai nostri contatti: ciò significa anche dare maggiore risalto, all’interno della SERP, a questi risultati.
Non solo; il funzionamento stesso di Google – sia in termini di indicizzazione dei risultati che di advertising – non può che favorire i contenuti condivisi all’interno della piattaforma: la maggiore rapidità e completezza nell’indicizzazione si potrà tradurrà dunque in una migliore posizione nel ranking Google (contenuti più visibili = contenuti più cliccati).
A livello di monitoring, è poi possibile conoscere con esattezza quanto traffico viene portato al nostro sito da G+ e dagli altri Social: nella sezione “Sorgenti di traffico” di Google analytics, infatti, è disponibile il rapporto dettagliato.
Se, infine, vogliamo tracciare, la diffusione su Google Plus di un certo contenuto è possibile utilizzare i Ripples che mostrano chi ha condiviso pubblicamente il nostro contenuto e come si è successivamente diffuso.
I vantaggi di Google Plus, in termini di SEM e visibilità, non sono pochi e le previsioni di sviluppo e crescita della piattaforma sono significative: avete ancora dubbi sulla sua importanza come strumento di reputazione e marketing?
MiniGuidaWeb del 16/05/2012
Autore: Emanuela Zaccone