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SEO, la sfida del 2012 è social

Tempo di lettura 4 minuti

Si sta parlando molto, in questi giorni, di come la vera frontiera della SEO nel 2012 sarà rappresentata dal corretto utilizzo dei social media e dalla loro integrazione nella strategia di ottimizzazione rivolta ai motori di ricerca e, sempre di più, agli utenti. Ne ha scritto recentemente Rand Fishkin di SEOmoz, nel riuscitissimo 8 Predictions for SEO in 2012, ripreso qui in Italia dal TagliaBlog, dell’autorevole e sempre sul pezzo Davide Pozzi. Un dibattito a carattere internazionale che parte da un presupposto di fondo molto importante: la SEO non è morta, come qualcuno si era frettolosamente azzardato a sentenziare. Al contrario è più viva che mai e non dovrà cambiare nome, come molti hanno ipotizzato negli ultimi mesi, bensì dovrà iniziare rivolgere parte della sua attenzione all’universo social, che sin qui ha in parte sottovalutato se non addirittura snobbato.

Ovviamente in tutto questo sta avendo il suo ruolo da protagonista il solito Google, che con il lancio del suo ultimo (e forse definitivo) esperimento social, Google Plus, ha dato il via ad una vera e propria rivoluzione, che forse a molti sta sfuggendo e che porterà i motori di ricerca a tenere sempre più in considerazione i fattori social, nei loro algoritmi di ranking . Intanto c’è da prendere in considerazione la filosofia adottata da Google per il suo social network, che meglio si potrebbe definire come una rete di relazione e di collaborazione, piuttosto che come un social in senso stretto. L’ho già scritto e dichiarato più volte, lo ribadisco in questa sede: Google Plus non è il clone di Facebook e non nasce con le stesse finalità, anche se allo stato attuale non è semplice cogliere le profonde differenze tra i due, che oggettivamente si assomigliano parecchio. Credo però che già la scelta delle “cerchie”, in contrapposizione agli “amici” di Facebook e con qualche sostanziale differenza rispetto ai “follower” di Twitter, sia un ottimo parametro per iniziare a comprendere il progetto G+.

Dove sta andando il web? Quali sono le prospettive per chi utilizza questo mezzo per promuovere la propria attività e il proprio brand? Da quello che posso vedere stiamo andando verso una sempre maggiore tematizzazione e verticalizzazione, che per un soggetto come Google si traduce in profilazione degli utenti e contestualizzazione / personalizzazione di advertising e risultati di ricerca. Puntare sulle cerchie e indurre gli utenti a creare delle liste basate su interessi o tematiche comuni, è un chiaro segnale rispetto a questa tendenza e finalità. Google Plus sta facendo la stessa cosa anche in funzione delle tematiche; l’introduzione delle cosidette “brand page”, ha consentito la creazione di interessanti esperimenti come “Google for Nonprofits” o il più recente “Google Politics & Elections“, che secondo me si pongono in modo trasversale rispetto alle cerchie create dagli utenti e vanno in qualche modo ad aggregare per interesse più gruppi di utenti, in questo ultimo caso in modo spontaneo. Da un lato, dunque, l’utente X mette nella propria cerchia l’utente Y, creando una serie di liste che rivelano affinità rispetto ad un determinato ambito o argomento; dall’altro, l’utente X o Y mette nella propria cerchia una pagina, rivelando il proprio interesse e il nome che tale interesse ha per lui, consentendo a Google di migliorare notevolmente il proprio bagaglio semantico, oltre che la profilazione degli utenti. Nella setssa direzione va l’utilizzo degli hashtag, che G+ ha ripreso da Twitter e che permette di aggregare i post in funzione degli argomenti trattati, permettendo la fruizione tematizzata dei contenuti pubblicati dagli utenti.

OK, ma Google Plus è ancora poca cosa, potreste obiettare. Verissimo, a novembre gli italiani presenti su G+ erano soltanto 1,3 milioni, pari al 4,33% della popolazione italiana sul web (fonte The Guardian, “Google+ saw 67m visits in November, with 2.7m from UK, says ComScore“), contro i quasi 15 milioni in USA (9% circa della popolazione sul web) e meno della media europea, che si attesta a 6 iscritti a G+ ogni 100 utenti web. Poca cosa rispetto a Facebook e ancora abbastanza lontani da Twitter, ma stiamo parlando di un progetto messo in campo da Google, il re indiscusso dei motori di ricerca e della search, settore nel quale è in grado di dettare le regole e di fare letteralmente la storia. Concordo appieno col Tagliaerbe quando scrive: “Google renderà molto difficile fare SEO per chi non utilizza Google+. Google ha da poco inserito nelle SERP le “pagine brand” di Google+, nonché le Cerchie e i +1. E ha introdotto il rel=”author” per permettere di identificare l’autore di un contenuto. Penso che nel 2012 gli sforzi di Google vadano nella direzione di legare i risultati organici ai suoi sistemi di login/verifica. Questo non solo per incoraggiare/forzare l’utilizzo del suo social network, ma per legare insieme i segnali sociali, di ranking e di visibilità.”

Va da se che la prospettiva di una forte e rapida crescita per G+ sia abbastanza probabile e che, di conseguenza, esperti SEO e attori del web debbano iniziare a prendere in seria considerazione questa piattaforma e questa nuova tendenza. Ma soprattutto dovranno monitorare con grande attenzione le tendenze e i nuovi strumenti che questa impostazione offre. Tra le 8 predictions di Fishkin, ad esempio, c’è anche quella relativa al successo di Pinterest, una piattaforma che approfondiremo nei prossimi post e che sembra rispecchiare appieno questa filosofia. Lanciato nel marzo del 2010, Pinterest si propone di connettere e far interagire tra loro gli utenti attraverso la condivisione di immagini che rispecchiano il loro interessi e i loro gusti. Quello che gli iscritti di Pinterest fanno, infatti, è creare una serie di collezioni di immagini tematizzate, raccogliendo commenti, interazioni e condivisioni da parte di utenti interessati o con gli stessi gusti. E’ questa la tendenza del 2012, secondo il mio punto di vista: aggregare utenti e contenuti in funzione di determinati argomenti attraverso pagine, gruppi, tag e “farne buon uso” in termini di marketing e SEO, anche sfruttando la forza della georeferenzizione, parametro cui si sta giustamente dando sempre maggiore importanza.

Quando scrivo che il 2012 della SEO sarà fortemente influenzato dall’interazione con i canali social, dunque, intendo anche dire che marketer e aziende dovranno sempre più specializzarsi nell’utilizzo di tali canali e piattaforme anche con finalità SEO, non più soltanto nella direzione di branding, CRM, customer care e community management. L’asticella della gara SEO si alza ancora un po’, dunque e d’ora in avanti dovrà tener conto anche degli utenti, della loro sfera sociale e delle loro interazioni, oltre che della mera semantica e delle fredde regole imposte da algoritmi che cambiano in continuazione e che nessuno conosce per certo e fino in fondo. E per come la vedo io non sarà una guerra di Like o di +1, come molti ritengono e non pochi temono, ma un lungo e durissimo torneo di scacchi in cui vinceranno strategia, lungimiranza e conoscenza degli strumenti e delle nuove logiche e capacità dei motori.

Buon 2012, esperti SEO…

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