Ogni studio di usabilità è differente, in quanto si basa su specifici obiettivi e vincoli. Una cosa però è imprescindibile per condurre al meglio ricerche sugli utenti: una preparazione adeguata, al fine di ottenere ritorni concreti rispetto all’attività intrapresa. Vi riportiamo di seguito una checklist di attività da prevedere quando si pianifica uno studio di usabilità.
1. Definire gli obiettivi dello studio
L’incontro tra le parti interessate è fondamentale per determinare gli scopi della ricerca utente. In questo step devono essere identificate aree di interesse, eventuali domande e gli obiettivi dello studio. Definire questi aspetti è indispensabile per valutare quale metodologia di ricerca UX scegliere. Gli studi di usabilità sono utili attività per la raccolta di dati qualitativi e quantitativi rispetto al comportamento dell’utente, e per risolvere eventuali problematiche rispetto al design del sito ( i contenuti sono chiari e facili da trovare? Gli utenti riescono a completare il task previsto? ). Se invece lo scopo dello studio è raccogliere feedback attitudinali è opportuno scegliere metodi di ricerca alternativi più aderenti. È importante non prevedere troppi obiettivi ma concentrarsi su quelli principali che spostano l’asticella del ROI.
2. Definire l’impostazione e il formato dello studio
Vi proponiamo di seguito alcune considerazioni al fine di delineare quale metodo di ricerca sia più adatto a una specifica situazione.
- In laboratorio o sul campo: dove è più opportuno condurre test utente? Per questioni di comodità, la maggior parte degli studi di usabilità sono condotti in laboratorio. Tuttavia se l’ambiente reale è particolarmente critico, o se risulta complesso identificare gli utenti oggetto di studio, è preferibile svolgere la ricerca nel contesto naturale.
- Con o senza moderatore: i test con moderatore forniscono diversi spunti di design e maggiori opportunità di capire i problemi di interazione degli utenti. Durante questo tipo di studi si raccolgono anche più commenti da parte dei partecipanti. Gli studi non moderati, dall’altro lato, sono sicuramente più economici e veloci. Gli utenti che partecipano a queste sessioni sono solitamente più rilassati e inclini a dire quello che pensano, proprio per via dell’assenza di una figura autorevole.
- Di persona o da remoto: per quanto possibile si consiglia di effettuare i test utente di persona. Infatti, quando si è nella stessa stanza del partecipante l’interazione è maggiore e si è in grado di rilevare anche segnali indicativi forniti dal linguaggio non verbale.
3. Definire il numero di partecipanti
Per le ricerche di tipo qualitativo sono sufficienti 5-10 partecipanti (in base al numero e della complessità del task da completare). Se invece lo studio coinvolge utenti di target differenti, si consiglia di creare gruppi da 2-5 partecipanti, in base a caratteristiche peculiari da valutare per il raggiungimento di specifici obiettivi. Per ciò che concerne invece il panorama delle indagini quantitative ed eyetracking è richiesto un campione più ampio al fine di raggiungere la significatività statistica. Indicativamente ciascuno gruppo di utenti deve essere composto da 20-30 partecipanti.
4. Scegliere gli utenti più rappresentativi
Per ottenere risultati significativi da un test utente è fondamentale individuare e coinvolgere il campione più rappresentativo. Per il recluiting è opportuno scegliere tra coloro che più si avvicinano alle Personas identificate e che rispondano al meglio a caratteristiche demografiche, comportamentali e attitudinali definite per lo studio.
5. Identificare specifici compiti sulla base degli obiettivi da raggiungere
Durante i test di usabilità i ricercatori chiedono agli utenti di completare delle attività durante l’interazione con l’interfaccia. I compiti sono generalmente definiti scenari, che corrispondono agli obiettivi dello studio. Queste azioni possono variare dal generale al particolare e possono essere principalmente di tue tipi:
- Compiti esplorativi: si tratta di attività ad ampio raggio e orientate alla ricerca. Questi task hanno l’obiettivo di valutare le capacità di esplorazione e individuazione di specifiche informazioni e sono ideali per test di tipo quantitativo.
- Compiti specifici: queste attività prevedono azioni più circoscritte. Sono utilizzate per test sia di tipo qualitativo che quantitativo.
La pianificazione dei task che l’utente dovrà effettuare è fondamentale al fine di ottenere validi e concreti risultati. Istruzioni e indicazioni vaghe potrebbero causare negli utenti errori di valutazione o interpretazione invalidando la misurazione.
6. Condurre uno studio pilota
Una volta definiti i task è opportuno condurre uno studio pilota, ovvero un test per delineare e pianificare al meglio le sessioni di attività. Questa “prova” può essere anche un utile supporto alla miglior definizione dei profili del campione, in modo da assicurarsi di aver scelto i partecipanti più rappresentativi. Gli studi pilota sono particolarmente importanti per lo sviluppo di ricerche online non moderate, in quanto non è possibile effettuare modifiche live o chiarire eventuali dubbi degli utenti.
7. Decidere quali metriche valutare
Lo scopo principale degli studi di usabilità qualitativi è quello di acquisire conoscenze a livello di progettazione e, con pochi utenti, è improbabile ottenere risultati rappresentativi estensibili a tutta la popolazione. In generale quindi “misurare” l’usabilità non è una priorità. In uno studio quantitativo, o che coinvolge un gran numero di utenti, è invece un aspetto importante. Le più comuni metriche di usabilità sono: tempo per svolgere il compito, indice di soddisfazione, tasso di successo e percentuale di errore. Se si sceglie invece di raccogliere dati soggettivi, quali ad esempio la facilità d’uso, è importante definire in quale momento della ricerca si richiederà la compilazione del questionario: se al termine di ogni task, alla fine di ogni sessione o in entrambi i momenti.
8. Definire le fasi di cui si compone il test
Una volta deciso di approcciarsi alla realizzazione di un test di usabilità è opportuno stilare una scaletta con tutte le fasi dell’attività. Questo documento è un importante strumento di comunicazione tra i membri del team e un utile record per studi futuri. Le informazioni chiave che deve contenere sono:
- Nome del prodotto o del sito che deve essere testato.
- Obiettivi della ricerca.
- Compiti, scenari.
- Aspetti logistici: tempistiche, date e tipologia di studio.
- Profili dei partecipanti.
- Metriche, questionari.
9. Sviluppare la relazione tra le parti
Per loro natura, gli studi di usabilità sviluppano la collaborazione tra le parti. Aprire un dialogo e una conversazione con i partecipanti porta a risposte più complete e convincenti rispetto all’interazione con un’interfaccia. Si crea quindi un “terreno comune” grazie a cui è possibile ridurre il tempo necessario per condividere e documentare i risultati ottenuti e impiegare maggiormente le risorse nella progettazione. È importante quindi che i diversi membri del team partecipino alle sessioni di test in modo che possano valutare live le necessità degli utenti e progettare miglioramenti che riducano attriti o difficoltà.