Alla vigilia di ferragosto Instagram ha lanciato una nuova versione, la 3.0.
In meno di due mesi insomma l’app ha non solo potenziato la sua presenza su Web (certo c’è molto da fare, ma è pur sempre un punto di partenza come abbiamo scritto qui), ma ha anche aggiunto la geolocalizzazione e migliorato – soprattutto in termini di velocità di funzionamento – l’interfaccia di caricamento di nuove immagini ed in generale il design dell’applicazione.
L’aggiunta delle mappe consente adesso di navigare le immagini direttamente a partire dalla loro “disposizione sul territorio”, un’ottima alternativa al semplice slide show degli scatti degli utenti.
Ma anche, secondo altri, un potenziale problema per la privacy.
Quest’ultima in realtà, genera meno problemi di quanto non si creda, nel senso che – ma lo stesso ragionamento si potrebbe applicare a numerose applicazioni e piattaforme online in generale – la gestione degli aspetti di geolocalizzazione è chiaramente demandata all’utente.
Durante la stessa migrazione alla nuova versione viene chiaramente richiesto se e come rendere disponibili – foto per foto – le informazioni di localizzazione degli scatti già effettuati (in effetti tutte indicazioni già conservate dall’applicazione e disponibili via API).
Un cambiamento di questo genere introduce finalmente una gradita novità in Instagram, la cui unica pecca è sempre stata forse la mancanza di opzioni di navigabilità differenti dal semplice stream di attività dei nostri amici o dalla loro raccolta foto (ricordiamo, non ancora navigabile da Web se non attraverso sistemi come Followgram).
In termini di business, l’introduzione delle mappe può tradursi in una potenzialità interessante.
Per chi, soprattutto, ha una forte connessione con il territorio – per la presenza dei retailers o perché radicato esclusivamente in certe regioni – l’abilitazione della geolocalizzazione delle foto sulle mappe potrebbe:
- dare loro maggiore visibilità e, dunque, dare più visibilità al brand
- contribuire a rendere più evidente il rapporto con il territorio valorizzando dunque questo legame
Se, infatti, è vero che Instagram è stata acquisita da Facebook, la “presenza” del social di Zuckerberg è meno invasiva del previsto, mentre gli ultimi sviluppi introdotti (ben riassunti sul blog ufficiale, da cui sono tratte le immagini di questo post) lasciano ben sperare per ulteriori futuri miglioramenti in cui, semmai, potrebbero essere introdotte alcune delle logiche di advertising proprie di Facebook.
Per quanti concerne quest’ultimo, infine, è stato dato maggiore risalto – all’interno degli stream degli utenti – ai like assegnati via Instagram e riportati su Facebook in forma di attività.
Ciò significa anche dare più visibilità alle attività degli utenti sulle nostre foto, contribuendo al buzz intorno al nostro brand.
Insomma, Instagram si conferma un player di sicuro interesse ed una delle piattaforme che certamente potranno rivestire un ruolo di primo piano nella costruzione della reputazione di brand ed aziende.
Voi che uso ne fate per il vostro business?