1960, USA: avvio delle ricerche per ARPA, un progetto del Ministero della Difesa degli Stati Uniti. 40 anni al 2000, in meno di 10 anni gli USA metteranno piede sulla luna, mentre in Italia fa notizia soltanto la Dolce Vita, quella virtuale” di Fellini e quella reale, che vede il suo massimo fulgore in Via Veneto, a Roma. Proprio nell’anno dello sbarco sulla luna, sempre negli USA si perfeziona il collegamento dei primi computer tra 4 università americane. Non è ancora internet, ma si va nella direzione giusta.
Appena qualche anno dopo, nel 1972, nasce l’InterNetworking Working Group, organismo incaricato della gestione di Internet, che ormai negli USA è quasi realtà. Soprattutto non si tratta più di una realtà riservata ai soli ambiti militari. Nel 1979 vengono creati i primi forum di discussione (newsgroup) da parte di alcuni studenti americani e nel 1982 il termine Internet diventa realtà. Poco più di 20 anni tra l’idea e la diffusione di massa, che comunque necessiterà di altri 10 anni per arrivare a compimento: sono mille i computer in rete nel 1984, 10 mila nel 1987, 100 mila nel 1989, per arrivare a 10 milioni nel 1996. Nel 2011 si toccherà quota 2 miliardi, ma ora la sfida si sposta sul mobile, che nel 2015 si suppone potrà superare la fruizione di internet da dispositivi fissi.
In questo contesto, alla fine degli anni ’80 si comincia a parlare di Realtà Aumentata (AR, Augmented Reality), che nasce ancora una volta in ambito militare e arriva alla “società civile” soltanto a partire dal 2009. In Italia ne vediamo ancora poca e soprattutto in ambito pubblicitario (Augmented advertising, esempi da Toyota, Lego, Mini, Kellogs, General Electrics e altri) , anche se sono già disponibili applicazioni in AR per la navigazione e in molti altri ambiti. Ma cos’è la Realtà Aumentata? Proviamo ad aiutarci con la definizione di Wikipedia.
Per realtà aumentata (in inglese augmented reality, abbreviato AR), o realtà mediata dall’elaboratore, si intende l’arricchimento della percezione sensoriale umana mediante informazioni, in genere manipolate e convogliate elettronicamente, che non sarebbero percepibili con i cinque sensi. Esistono due tipi principali di realtà aumentata:
- Realtà Aumentata su dispositivo mobile: lo smartphone deve essere dotato di Sistema di Posizionamento Globale (GPS), di magnetometro (bussola) e deve poter permettere la visualizzazione di un flusso video in tempo reale, oltre che di un collegamento internet per ricevere i dati online. Il device inquadra in tempo reale l’ambiente circostante; al mondo reale vengono sovrapposti i livelli di contenuto, dai dati da Punti di Interesse (PDI) geolocalizzati agli elementi 3D.
- Realtà Aumentata su computer: è basata sull’uso di marcatori, (ARtags), di disegni stilizzati in bianco e nero che vengono mostrati alla webcam, vengono riconosciuti dal computer, e ai quali vengono sovrapposti in tempo reale i contenuti multimediali: video, audio, oggetti 3D, ecc. Normalmente le applicazioni di Realtà aumentata sono basate su tecnologia Adobe Flash e quindi sono fruibili su un qualsiasi browser Internet.
Al di là della sua definizione e delle infinite opportunità e applicazioni, quello che mi interessa mettere in evidenza in questa sede è l’incredibile rivoluzione che potrà scaturirne. Qualcosa di più devastante di quanto non è stato in grado di fare il web stesso e, soprattutto, un traguardo storico per l’umanità, che con l’AR riuscirà finalmente a sovrapporre e far combaciare il livello reale a quello virtuale. La realtà virtuale non è, infatti, una prerogativa delle moderne tecnologie, ma è sempre esistita. Le pitture sulle pareti delle grotte sono in fondo realtà virtuale, sono l’espressione del pensiero, della cultura e della creatività dell’uomo che ha saputo interpretare la realtà e fissarla in un disegno, in uno scritto o in un’opera d’arte.
Questi due livelli, sin qui ben distinti, potranno finalmente arrivare a toccarsi e si renderanno disponibili alla fruizione degli utenti in tempo reale e “sul posto”, non più sotto forma di ricerca su internet ma come opzioni navigabili in funzione delle informazioni che si vorranno ricevere. Pensate ad un bel palazzo, in una città che non conoscete, senza cartelli che vi aiutino a capire come si chiama o cosa sia e senza nessuna indicazione sulle vostre vecchie cartine geografiche. Per saperne di più, oggi, dovreste come minimo chiedere ad un passante se conosce il nome di quel palazzo e poi cercare sul web le eventuali informazioni, magari scartabellando tra decine di siti senza arrivare a quello che davvero vorreste sapere. La AR cambierà le regole del gioco, guidandovi in città che non conoscete e dandovi di volta in volta tutte le informazioni di cui davvero avete bisogno e su più livelli.
Per “più livelli” intendo la capacità di queste nuove tecnologie di “navigare” la realtà su infiniti “layer” sovrapposti, che vi renderanno disponibile, a mero titolo di esempio, la storia di un luogo o di un edificio, le sue rappresentazioni grafiche e artistiche, le notizie che lo riguardano, le attività commerciali o le organizzazioni che operano al suo interno, le eventuali possibilità di visita con possibilità di prenotazione in tempo reale, l’eventuale presenza al suo interno di amici o contatti, la presenza di unità abitative o commerciali in vendita o in affitto. Migliaia di informazioni fruibili “on demand” e in tempo reale, oltre alla possibilità di interagire con utenti che non sono presenti fisicamente ma che conoscono bene il luogo e sono disponibili online, ad esempio.
Una rivoluzione di cui ancora oggi non siamo in grado di percepire sino in fondo la portata, ma che davvero ridefinirà il nostro modo di vivere e il concetto stesso di società. La Realtà Aumentata sarà parte di una rivoluzione tecnologica e culturale ancora più ampia, che passerà attraverso tecnologie innovative, nuovi materiali, nuove filosofie produttive e distributive, nuovi (e ci auguriamo più sostenibili) modelli di sviluppo. Penso alle “Smart Cities”, ad esempio, penso ad “Internet degli Oggetti” e alla domotica, penso alle “wereable technologies” e alle nuove fonti energetiche, che permetteranno a tutte queste innovazioni di funzionare e di aiutarci ad essere parte di un tutto sempre più complesso, ma al tempo stesso in grado di migliorare sensibilmente il nostro stile di vita e le nostre capacità e opportunità.
Saremo tutti dei Cyborg ipertecnologici, dunque? Personalmente credo di no. Al contrario, credo che i nuovi device diminuiranno di molto il fardello di tecnologia che dobbiamo portare con noi e/o che questi saranno sempre più integrati nei nostri indumenti e negli oggetti di uso comune (come in fondo già accade, basta pensare ai telefonini di ultima generazione) da passare sempre più inosservati e da retrocedere dall’attuale condizione di status symbol a quella di comuni accessori, indispensabili ma non soggetti a forme di culto estremo, come siamo stati abituati ad assistere in questi ultimi anni.
Cosa consiglio alle aziende e ai professionisti che vogliono arrivare per tempo e sfruttare questa nuova rivoluzione tecnologica per fare business? Guardate avanti, non cercate di superare i vostri competitor su tecnologie e strategie che già esistono, ma siate precursori e innovatori e investite oggi su un domani che è già dietro l’angolo e che ci investirà in meno di 5 anni. Siate pazzi e siete affamati, come diceva il buon Steve Jobs, ma indirizzate la vostra follia e il vostro appetito ad un futuro prossimo e promettente.