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Social Media Marketing, qualche altro spunto

Tempo di lettura 3 minuti

Una fase del Workshop Boraso.com a SMAU MilanoArchiviati IAB Forum e SMAU Milano (ecco di cosa abbiamo parlato), che hanno reso questo periodo ricco di incontri e di programmazione, condivido in questo post qualche spunto che spero possa far accendere qualche lampadina tra i lettori, in particolar modo tra quelli che stanno credendo nelle opportunità di Marketing sui Social Media e più in generale sul web e i sui suoi infiniti canali e strumenti. Recentemente ho avuto il piacere di parlare su La 3 TV di Twitter, come canale di comunicazione per le aziende, mettendo in evidenza qualche aspetto di questo media e del suo utilizzo e rimarcando come le aziende italiane stiano iniziando ad usarlo con sempre maggiore convinzione.

In quella occasione ho sottolineato come Twitter rappresenti oggi un information network, più che un social in senso stretto, aspetto che chi ne fa uso non deve mai sottovalutare. Quello che un tempo rappresentava la massima espressione della statusfera, presentandosi ai suoi utenti con il poco appariscente e minimalistico claim “cosa stai facendo?”, è oggi (a soli 5 anni dal lancio) uno strumento di informazione su scala globale, in tempo reale e dal basso, un grande canale di giornalismo partecipativo cui i “vecchi” media e i giornalisti attingono quotidianamente. Twitter ha ridefinito il senso stesso della notizia e dell’informazione, sempre più legata alle esigenze commerciali dei mezzi attraverso cui essa è diffusa e sempre più autoreferenziale.

Cos’è una notizia, ci avete mai pensato? E’ davvero “notizia” la dichiarazione del politico di turno o il fatto di cronaca nera su cui speculare per settimane? Lo è per forza e soltanto il terremoto, il cataclisma, lo sport e lo spettacolo? Oppure ciascuno di noi cerca informazioni e stimoli diversi, che i media mainstream non sanno più dargli? Credo fermamente che sia così. Twitter e i social media ci stanno abituando ad una realtà diversa, in cui ciascuno di noi può essere al tempo stesso fruitore e canale d’informazione, giornalista ed editore, protagonista e divulgatore dell’evento o dell’accadimento. Cosa significa questo per chi utilizza questo mezzo per promuovere  un brand o un’azienda?

Facciamo un ulteriore passo in avanti. Spunto di oggi, sul blog di Francesca Casadei (aka Lafra) ci si chiede se le location (venues) di Foursquare rappresenteranno a breve un digital media per le aziende, ovvero un canale promozionale con solide basi sul territorio, che non  si limiti più soltanto ad ospitare al proprio interno prodotti o servizi di un determinato brand, ma che li veicola in rete, in modo georeferenziato ed esclusivo, attraverso offerte speciali, iniziative, eventi cobrandizzati, etc. Io credo fermamente che sia così. E non soltanto nel caso di Foursquare. Come si collegano questi due spunti? In modo molto semplice, in realtà. I nuovi media hanno possibilità, ricadute e modalità ancora inesplorate, con forte tendenza alla specializzazione e a soddisfare singole e fortemente targettizzate esigenze. Non sono un insieme indefinito di pagine, account e profili, ma un sempre più organizzato universo di strumenti di comunicazione, collaborazione, interazione e connessione.

Oggi la scelta non è più tra fare Facebook o Twitter, tra mettere in piedi un sito o un blog, se aprirsi o meno all’interazione con gli utenti, se fare adwords o scommettere soltanto sul SEO. Tutte queste realtà rappresentano invece un “ecosistema” in cui ogni azienda è già per sua stessa natura immersa. Non ha alcun senso tentare di galleggiare in questo “liquido” in apnea, con le orecchie, gli occhi e la bocca chiusi, immobili per non sprecare energie e in silenzio. O al contrario urlando attraverso i “vecchi media“, sparando a zero nel mucchio per colpire quei pochi che ancora non hanno sviluppato robusti anticorpi contro un linguaggio e una modalità di comunicazione ormai logori e sempre più privi di efficacia, almeno in ottica costo/beneficio.

Lo spunto che oggi mi piace dare, ancora una volta, alle aziende che vogliono uscire dal pantano della crisi e ricavarsi spazi vitali in questo universo sovraffollato e ridondante di cloni, è l’invito ad utilizzare tutti gli strumenti del web e tutte le loro potenzialità, caso per caso, per comunicare in modo capillare ed efficace, contestualizzando e targettizzando i messaggi e, soprattutto, mettendo in luce gli aspetti più peculiari e unici della propria essenza, puntando su una comunicazione non convenzionale, innovativa e originale e con forte propensione alla viralizzazione. Cosa contraddistingue un virus, infatti, se non la sua assoluta unicità e innovazione? Il virus colpisce perché ancora non è conosciuto, perché non esistono cure o vaccini, contro di lui, e perché le “vittime” non se lo aspettano. Aziende, siate uniche,siate virali!

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