Forse stavolta il colosso di Mountain View ha fatto centro, nel difficile segmento dei Social: Google + è appena arrivato ed è già caccia all’invito. Nessun lancio ufficiale, ma tutto quello che esce da Google è destinato a viralizzarsi in rete in modo spontaneo e addirittura con maggiore enfasi, quando ha il sapore di “qualcosa per pochi”. Al momento il servizio è accessibile soltanto su invito (oggi è comunque difficile entrare anche con quello, visto l’assalto che ha subito) ma a breve tutti gli utenti potranno testarlo. Sia ben chiaro: quando scrivo che Google potrebbe aver fatto centro, non intendo dire che Google + ha le carte in regola per schiacciare Facebook, o Twitter. Dico soltanto che questo servizio è qualitativamente e prospetticamente all’altezza delle aspettative e delle necessità degli utenti e sfrutta appieno il know how e gli assets di Google.
Se mi sbilancio nello scrivere che questa potrebbe essere la volta buona, dopo i flop di Wave e Buzz, è perché questo nuovo servizio sembra davvero essere l’anello di congiunzione di un cerchio che Google ha sapientemente tracciato in 13 anni di vita, costellato di servizi e applicazioni di ogni genere. Primo tra tutti il search, ovviamente, ma Google ha vinto anche come mail provider, con l’ottimo GMAIL e a seguire si è ben posizionato su quasi tutti gli altri servizi offerti dai competitor, dalla geolocalizzazione allo shopping online, passando per l’archiviazione e condivisione di documenti e l’instant messaging.
Questo affascinate “TUTTO made in Google”, però, rischiava di rimanere una galassia di “stelle sparse” più che un vero e proprio sistema integrato e, mi sbilancio non poco, Google + mi sembra avere tutte le caratteristiche (anche in prospettiva) per rappresentare quel portentoso collante gravitazionale in grado di dare valore aggiunto a ciascuno di quei servizi e all’intero universo Google. Quella che segue non vuole dunque essere la recensione dell’ennesimo Social Network disponibile in rete, ma l’analisi di uno strumento multitasking di grande prospettiva e competitività.
Come funziona Google +? Come recita il claim del (non) lancio: “non tutte le relazioni sono uguali”. A metà strada (in meglio) tra Facebook e Twitter nella gestione dei contatti, questi possono essere organizzati, a discrezione dell’utente, in gruppi chiamati “Circles”: anziché avere una lunga lista di amici, si hanno delle cerchie di contatti ben definite a cui segnalare i contenuti web trovati, le immagini o i nostri pensieri. L’intensità del rapporto e la condivisione dei contenuti determinano i criteri di importanza. Molto semplice da usare e veramente ben progettato, per gestire al meglio la privacy: un contenuto può essere condiviso con tutti (pubblico), con una o più cerchie di contatti o con un unico indirizzo email.
I pilastri di Google + sono:
- cerchie: spettacolare il meccanismo di creazione di queste “liste”, in cui è possibile trascinare (drag’n drop) i contatti gmail ;
- spunti (Google Sparks): sicuramente la sezione più interessante, ovvero il “motore di ricerca sociale” di ricerca da cui è possibile cercare informazioni di qualsiasi natura, oltre che il fulcro del sistema di profilazione degli utenti, unitamente al pulsante +1 e al sistema recentemente lanciato insieme ad esso;
- videoritrovi (Google Hangouts): servizio di videoconferenza in stile Skype per organizzare meeting online con le proprie cerchie di contatti;
- foto: le foto condivise dai propri contatti, attraverso Picasa o per caricamento diretto da PC o mobile, disponibili nella sezione foto.
- chat: il vecchio caro Gtalk, che torna a vivere in Google+.
Già disponibile l’applicazione Mobile per Android e l’interessante Huddle, che consente di creare piccoli gruppi di persone con le quali inviare messaggi collettivi in stile chat. Dell’App è apprezzabile il sistema di geolocalizzazione, la possibilità di fare check-in nei Google Places e la semplicità con cui viene gestito ogni aspetto e operazione, dal caricamento di foto alla condivisione pubblica o per cerchie. Interessante anche l’opportunità di visulizzare i contenuti prodotti da utenti nelle vicinanze.
Un’enorme mole di funzionalità e di integrazioni con l’universo Google che, lo ribadisco, non può che rappresentare un nuovo importante traguardo, sia per l’azienda che per i suoi utenti, oggi più che mai in grado di portare in tasca uno strumento di conoscenza, condivisione, collaborazione e comunicazione senza precedenti nella storia. Un traguardo strategico per Google, che aumenta in modo esponenziale le proprie capacità di profilazione degli utenti in funzione di una migliore gestione dei servizi ad essi forniti e, più importante, in termini di erogazione di adv sempre più contestualizzati e sempre più mirati ed efficaci. Credo davvero che sia questo l’obiettivo social di Google, più che l’eventuale smania di togliere il primato al Facebook di turno. Ai circles l’ardua sentenza…