Oltre a diversi casi di successo, il web presenta oggi molti embrioni di future rivoluzioni, alcune delle quali già in atto, ma osteggiate e rallentate da un mercato che non sa o non vuole evolversi. O che lo farà quando sarà opportuno o inevitabile. Quello della musica, ad esempio, è un mercato in profonda recessione, memore di recenti e clamorosi successi (gli anni ’90 del boom dei CD), ma oggi in crisi. Al tempo di YouTube, di Facebook e di Twitter la musica non si compra più prevalentemente su supporto fisico, ma si ascolta, si scarica, si scambia o si acquista online, con un giro d’affari che c’è ma che non può essere paragonato a quello dei tempi d’oro.
Come possono le case discografiche risalire la china e tornare agli antichi fasti? Le questioni sul piatto sono molte, ma la tendenza è chiara. Serve uno “shift ideologico” dall’hardware al software, quello che sta avvenendo già in molteplici settori. La musica del futuro non distribuirà più i suoi introiti migliori attraverso la vendita di un supporto fisico contenente brani, ma il core business sarà legato al web e, soprattutto, alla pubblicità sul web. Il perché lo spiega una recente ricerca Forrester, che disegna uno scenario molto chiaro.
Sui social media gli utenti rivelano i propri gusti, si targettizzano e semplificano la creazione del messaggio da parte dei pubblicitari; più volte su questo blog abbiamo già affrontato il tema del Contextual Advertising (es. “Web Marketing innovativo: gli esempi di Volkswagen e Jaguar“), nuova frontiera della pubblicità online. La musica è sicuramente un veicolo potentissimo per messaggi pubblicitari mirati, e potrà rappresentare in futuro un plus irrinunciabile per qualsiasi campagna online (come del resto già avviene sui media tradizionali). Gli utenti del social web, inoltre, rappresentano secondo Forrester un target molto attento al panorama musicale e ricco di profondi conoscitori ben propensi ad acquisti di “tipo tradizionale”, tanto che molti socia media che permettono di recensire o ascoltare musica sono collegati a portali di vendita come Amazon o iTunes.
Il mercato della musica uscirà dalla crisi, dunque, trovando nuove modalità e forme di distribuzione attraverso i social media. La ricerca Forrester traccia anche una mappa della loro popolarità: YouTube 344 milioni di utenti nel mondo, Facebook 175 milioni, MySpace 139 milioni, imeem 25 milioni, Pandora 24 milioni, Bebo 22 milioni, Last.fm 20 milioni. Numeri importanti che le case discografiche non dovranno sottovalutare.