Da una interessantissimo articolo su Repubblica in cui si parla in maniera completa ed approfondita di blog, una breve digressione su una nuova professione che sta nascendo in questi mesi: il “Social Media Editor“:
“Il blog da genere “antimedia” si è mutato in “mainstream”, abitudine di massa: abbiamo 11 milioni di iscritti a Facebook in Italia che ogni giorno bloggano senza sapere di farlo. Si è polverizzato nei “twitter” di 140 caratteri o nel “TumblR”, più lungo, ma sempre fulmineo nel testo o nelle sentenze. Tutte cose che si possono fare senza un computer: non c’è telefono “smart” che non abbia il suo programmino per pubblicare un “post” o per leggere il flusso dei “twitter”. Le idee si sminuzzano in uno spazio lungo quanto uno sms e stabiliscono la nuova unità di misura della comunicazione. Se n’è accorto il New York Times.
Da una settimana al giornale hanno nominato un “Social Media Editor”, si chiama Jennifer Preston e si occuperà di “disseminare” le notizie del giornale, liofilizzate in micro messaggi, attraverso Twitter, Facebook, MySpace e ovviamente attraverso i blog.”
E ancora, il Web si evolve in direzione semantica, sempre più verso l’uomo ed il suo linguaggio:
“Ci sono organizzazioni intere che si dedicano all’analisi delle parole dei blog, di Twitter e Facebook. Un’industria allo stato nascente. L’ultima ricerca italiana in ordine di tempo, quella di “Liquida“, prende in esame 1 milione di post in 15mila blog e presto sarà settimanale.
Non si limita alla statistica – hanno scritto 21mila volte “Berlusconi” – ma studia il contesto e il significato valoriale di quelle parole. Se a favore o contro Berlusconi. Per farlo si applicano tecniche avanzatissime, come quella del web semantico: linguistica e statistica, matematica e web, applicate al principio che l’informazione è un tesoro solo se sai portarlo alla luce.”
Internet non è più un semplice mezzo di comunicazione ma un mezzo che sta diventando la comunicazione stessa.