Recentemente, sul sito di “La Repubblica“, è uscito un interessante quanto controverso studio svolto in Inghilterra, sugli effetti che Google ed internet tutto, hanno (avrebbero) sulla mente umana.
Eccone un “montato”: “Di durata quinquennale e condotta sugli utenti online della British Library e quelli di un consorzio di istituzioni educative inglesi, la ricerca Britannica denota che gli user non leggono i materiali in una maniera tradizionale. Che una nuova forma di lettura sta emergendo e che è fatta dal veloce scorrimento orizzontale degli articoli alla ricerca di parole chiave. “Pare quasi che vadano in linea per evitare di leggere”, concludono i ricercatori inglesi. Un’altra fu condotta un paio di anni fa dal mensile scientifico Discover e stabilì che le e-mail riescono ad anestetizzare il cervello in maniera più profonda di quella della marijuana. (…)
Secondo la Wolf, Internet pone l’efficienza e l’immediatezza al di sopra di qualsiasi altra cosa, indebolendo di conseguenza la nostra capacità di leggere profondamente, come facevamo invece quando la carta stampata aveva fatto delle opere letterarie prodotti di largo consumo tra i lettori di tutti gli strati sociali. “Siamo diventati meri decodificatori di informazioni”. (…)
Si deve concludere che in breve finiremo tutti col pensare come Google, conversare come le e-mail e parlare come Twitter. (…)
La prova che questo possa veramente avvenire? Carr la trova nel carteggio che correva tra Friedrich Nietzsche e un suo amico compositore. Oramai vecchio e debole di vista, Nietzsche acquista una macchina per scivere. All’amico che gli fa notare che questa sta cambiando il suo stile Nietzsche risponde: “E’ vero, gli strumenti con i quali scriviamo prendono parte alla formazione dei nostri pensieri”. La prosa di Nietzsche era passata dalla retorica allo stile telegrafico, dagli argomenti agli aforismi e dal ragionamento alla battuta.”
http://www.repubblica.it
Penso che sia un interessante argomento di conversazione, affascinante se si vuole ma assolutamente non realistico.
Nello studio, o almeno nella trasposizione giornalistica che ne viene fatta, non vi è traccia di un dato importante: l’enorme massa di informazioni della quale oggi si dispone può forse generare confusione ma aumenta in maniera spropositata i mezzi con i quali possiamo ragionare e costruire delle opinioni indipendenti.
Se una notizia ci arriva da una sola fonte non abbiamo la possibilità di confrontarla con nulla ne di confutarla. Se la stessa informazione ce la procuriamo da sorgenti diverse ci vengono forniti i mezzi per poter ragionare, per potere fare quello che non potremmo con una sola fonte o peggio con nessuna.
Le moltissime informazioni ci rendono in parte refrattari e possono generare confusione, ma ci forniscono anche la benzina, la linfa del ragionamento stesso. Per muovere il cervello serve una base, e questa base sono le nozioni.
Forse Internet muta il nostro modo di leggere e di parlare, ma questo non è essere più stupidi, ma essere diversi… forse migliori.
Riguardo a Nietzsche probabilmente non è stato solo il mezzo (la macchina da scrivere) a cambiare il suo modo di percepire il mondo e di esprimersi: “”È datata 3 gennaio 1889 la prima crisi di follia in pubblico: mentre si trovava in piazza Carignano, nei pressi della sua casa torinese, vedendo il cavallo adibito al traino di una carrozza fustigato a sangue dal cocchiere, abbracciò l’animale e pianse; in seguito cadde a terra urlando in preda a spasmi.” http://it.wikipedia.org/wiki/Nietzsche