Giulia Boschi, , traccia una interessante panoramica del futuro dei famigerati user generated content, il dubbio (condiviso) è che nel tempo gli utenti comprendano che le aziende stanno sfruttando con scopi di business i contenuti degli utenti oppure semplicemente che molte aziende basano la propria fortuna su mondi creati dal business ma popolati dagli utenti. Le reti di blog, i social network, i wiki.. sono tutte piattaforme che non andrebbero lontano senza gli utenti, va detto però che lo stesso google potrebbe implodere se la gente non cercasse più, anche se è palese che in termini di sforzo richiesto una ricerca non può eguagliare la scrittura di un post.
Ritengo che la riflessione sia interessante e tutt’altro che audace e che anche quello degli UGC possa essere definito mercato, va detto che molti utilizzano un blog dal quale non ricavano profitti diretti per scopi di self marketing (seth godin) o per promuovere altre forme di business (consulenza, aziende etc..). Di certo se nel tempo si avrà uno sbilanciamento tra domanda e offerta (ad oggi a favore dell’offerta) assisteremo a due fenomeni
– contenuti pagati
– specializzazione dei generatori di contenuti
Una precisazione va fatta: se è vero che i contenuti sono spesso di grande qualità e pesantemente multimediali è vero anche che il denaro non è l’unico driver che guida la generazione di contenuti, anche l’autostima e la voglia di gridare qualcosa da agli utenti una grande motivazione per scrivere, il tema è quindi complesso ma non va sottovalutato, voi che ne pensate?