Cos’è il Native Advertising? Questo termine è ormai entrato a far parte del linguaggio comune, ma siamo sicuri di sapere di cosa si tratta?
Il panorama attuale dell’advertising online vede gli inserzionisti alla costante ricerca di form innovativi per stimolare l’interesse del target e, il native risulta essere una soluzione efficace ed efficiente.
Il Native Advertising nasce conseguentemente al dilagare del fenomeno definito “banner blindness“, ovvero della cosiddetta “cecità da banner“: un utente abituato a navigare in rete identifica più facilmente gli spazi pubblicitari e questo loro di sviluppare una sorta di “immunità” nei confronti dell’advertising, rendendola completamente inefficace. Questo fenomeno è confermato dai dati, il CTR relativo agli annunci pubblicitari è in drastico calo e circa il 50% dei click derivano da errori. La pubblicità nativa rappresenta quindi uno dei mezzi per contrastare tale inversione di tendenza.
Il Native Advertising prevede l’inserimento di contenuti promozionali integrati nelle all’interno delle sezioni editoriali di siti internet offerti al lettori. A differenza della pubblicità tradizionale, che ha l’obiettivo di “distrarre” il lettore dal contenuto in modo da comunicare il messaggio, questo formato innovativo non interrompe l’attività degli utenti, ne diventa parte.
Infatti chi progetta e realizza di questo tipo, non ha lo scopo di attrarre solo l’attenzione del target, ma desidera creare un vero e proprio engagement catturandone l’interesse.
Il Native Advertising risulta essere molto efficace in particolare su device mobili dove la display tradizionale fa fatica ad affermarsi. Esistono due tipologie di Display Native Adv:
- Sponsored Content: gli annunci si integrano perfettamente durante l’esperienza di utilizzo del contenuto aggiungendone un altro di inerente e interessante, indicando chiaramente l’inserzionista che c’è dietro (es. post sponsorizzato di FB).
- Promotional Unit: feed base e annunci in-stream i quali calzano perfettamente come forma e fruizione.Sono unità promozionale che indirizzano l’utente alla pagine dell’advertiser. Si trovano nel feed di notizie oppure in fondo alle pagine. Aumentano le performance perché suggeriscono contenuto affine a quello che si sta leggendo
Native Advertising: trend e sviluppi
Se strutturato e realizzato con solide basi strategiche, il Native Advertising presenta notevoli vantaggi rispetto all’advertising tradizionale.
La survey “Native Advertising Trends 2016: The Magazine Media condotta su un campione di oltre 39 nazioni sottolinea proprio questo aspetto mettendo a fuoco lo stato dell’arte e gli sviluppi di questo innovativo format pubblicitario.
Dal report emerge che gli articoli online (ma anche cartacei) sono ritenuti il formato promozionale più efficace, addirittura meglio della Facebook Adv, mentre le metriche per la valutazione dell’efficacia sono: traffico, engagement dell’audience e condivisioni social (novità della native adv).
Per la maggior parte dei publisher sono i contenuti scritti e in particolare lo storytelling ad essere gli approcci più performanti. Questo in particolare per via della possibilità di plasmarsi e uniformarsi a media e piattaforme differenti. In crescita però l’attenzione per i video. Un segnale che indica l’orientamento ad approcci differenti e sempre più dinamici e immediati.
Altro aspetto interessante del report riguarda la presentazione dei contenuti e l’impatto sui lettori. Infatti, un aspetto chiave del native advertising riguarda la trasparenza. Un annuncio deve quindi essere chiaramente identificato come tale.
Il 52% del contenuto è presentato come Sponsored Content e solo l’11% non ha un labeling chiaro. Il principio di ogni campagna è non tradire la fiducia del lettore, ci sono quindi alcune lacune da migliorare, anche se 84% degli intervistati registra una diminuzione delle lamentele in merito da parte del pubblico.
Affrontiamo infine l’aspetto più “dolente”: qual è la differenza di costi tra native e advertising tradizionale? Non sorprende che il campione attribuisca un valore superiore alla prima soluzione. Il Native Advertising se realizzato ad hoc tende a portare prestazioni superiori rispetto a un testo redazionale standard.
Il 72% degli intervistati è propenso alla scelta del Native Adv mentre il 52% ne fa già uso. Un altro 37% è propenso o molto propenso ad integrarlo ai loro servizi di pubblicità già presenti.
I dati del 2015 sostengono l’efficaci della scelta, in termini di guadagni:
- 49% degli intervistati ha guadagnato 10% del loro reddito della pubblicità native
- 19% ha guadagnato 20% del reddito della pubblicità dal native
- 10% ha guadagnato 50% o più del totale del reddito dal native
Conclusione
Il mercato del native advertising è uno dei trend emergenti del mercato digital italiano e mondiale, sia per la grande offerta di servizi sia per l’interesse dimostrato dalle aziende. Questo format pubblicitario innovativo non è solo advertising ma rappresenta un approccio strategico integrato che aggiunge valore all’esperienza di navigazione dell’utente.