User Experience Design

Beata semplicità (anche nel design di prodotto)

Tempo di lettura 5 minuti

Pochi sono i mantra che nei circoli di design hanno avuto tanta eco quanta quello dell’architetto Ludwig Mies van der Rohe: “Meno è più” (o, più probabilmente, dell’adattamento che ne ha fatto Dieter Rams: “Meno, ma meglio”).

Il successo del tuo prodotto, qualsiasi esso sia, dipende dal fatto che gli utilizzatori siano capaci di comprenderlo e di usarlo rapidamente. Noi esseri umani abbiamo curve di attenzione estremamente labili e pochi di noi hanno voglia di impegnarsi su qualcosa che abbia anche solo il vago sentore di essere complicato.

Quindi quando si tratta di creare un prodotto che venda, spesso la cosa ha a che vedere con il rendere possibile l’impossibile – impacchettare la complessità e la funzionalità in un involucro semplice da usare e con un bellissimo design.

Nel design del prodotto questo significa che stiamo competendo sul piano della semplicità.

Perché la complessità è naturale (e come combatterla)

Con l’avanzare della tecnologia, non è forse vero che sono  la funzionalità e le caratteristiche di un prodotto le cose che più contano?

Guardiamo il progresso della scrittura. Da penna e calamaio alla macchina da scrivere, al più potente dei word processor, il progresso è tutto consistito nell’aggiungere più funzionalità e più complessità. Tuttavia abbiamo appena colpito un punto critico. Di più non è in sé e per sé meglio. Ci aspettiamo caratteristiche e funzionalità, ma ci aspettiamo anche che siano semplici. Che siano belle. Come ha detto Albert Einstein:

Tutto dovrebbe essere reso il più semplice possibile. Ma non più semplice.

Guardiamo la crescita di strumenti di scrittura minimalisti come iA Writer  o Ulysses – prodotti potenti privi di orpelli e fronzoli inutili. Sono dotati di tutta la funzionalità necessaria a un word processor potente, ma con un design che la fa sentire leggera e semplice.

Come ha spiegato il fondatore di Twitter, Ev Williams:

Spesso pensiamo che Internet consenta di fare cose nuove. Ma la gente in realtà vuol fare le cose che ha sempre fatto […]. Ecco la formula se vuoi costruire una internet company da miliardi di dollari: prendi un desiderio umano, preferibilmente uno che sia in circolazione da lungo tempo… identifica quel desiderio e usa la moderna tecnologia per realizzarlo.

Rendi le cose più semplici. Rendi le cose semplici.

Siamo tutti d’accodo. Allora perché, anche se conosciamo quanto sia potente la creazione di cose semplici e facili da usare, così tanti di noi perdono il punto? Perché la semplicità è così complessa?

Crea qualcosa di migliore per sottrazione

Come esseri umani, abbiamo risorse mentali limitate per prendere decisioni. Si ritiene che la nostra “memoria di lavoro” – la parte del nostro cervello che mantiene e manipola informazioni – possa gestire solo 5 o al massimo 9 pensieri in un tempo dato. Se siamo distratti o ci vengono date troppe opzioni, non facciamo scelte migliori; tendiamo a compiere scelte peggiori, oppure a non scegliere affatto.

La nostra mente ricerca la semplicità e, se la cosa non è semplice, passiamo a quella successiva nel più breve tempo possibile.

Uno studio di Google dell’agosto 2012 ha rilevato come le persone giudichino la bellezza di un sito web in un tempo che varia da 1/50esimo a 1/20esimo di secondo – un tempo inferiore a quello che impieghiamo a schioccare le dita. Come se non bastasse, le persone ritenevano che i siti web più semplici fossero anche i più belli in confronto a quelli più “visivamente complessi”.

Vi è una soglia relativa alle caratteristiche oltrepassata la quale qualcosa diviene meno usabile.

Senza dubbio “più” non è “meglio”, e vi è un chiaro punto di caduta, a partire dal quale è meglio sottrarre anziché aggiungere, come illustra questo grafico:

featuritis-curve

E’ facile dimenticare che i tuoi utenti hanno dedicato tanta parte delle loro vita a immaginare come le cose “dovrebbero” funzionare:

So dove dovrebbe essere.

So come dovrebbe funzionare.

So come si dovrebbe comportare.

So come si dovrebbe chiamare.

Nel tuo design, questi “dovrebbe” sono “elementi prototipici”. Ogni “tipo” di sito, da una rivista online a un blog di moda, ha il suo proprio insieme di “prototypical elements”.

Pensa a cose come una barra di navigazione posta in cima o di fianco, oppure a un pulsante di check-out nell’angolo destro in alto per un sito di eCommerce.

Più un sito web è prototipico, più per le nostre menti è semplice da leggere, e più percepiamo l’esperienza d’uso di quel sito come semplice e positiva. Gli psicologi chiamano tutto questo “fluency” cognitiva ed è una parte enorme di ciò che ci fa vedere qualcosa come “semplice“.

Quando un sito (o un prodotto) non è conforme alle nostre aspettative, è più difficile per il nostro cervello decodificarlo e quasi automaticamente lo giudichiamo o troppo complesso o (peggio) disegnato in modo povero.

Questo si applica a tutto ciò che riguarda la nostra vita, dalla scrittura, ai prodotti, alla musica.

Di fatto, studi recenti hanno mostrato che, quando si tratta della musica, preferiamo cose che abbiano tutte un suono simile. Uno studio che ha guardato alla musica dal 1955 al 2011 e ha scoperto che i generi con minor complessità strumentale si classificavano in posizioni consistentemente più alte e vendevano di più. Lo studio ha anche notato che i generi dove le canzoni diventavano più stereotipate (o semplici) vendevano maggiormente e diventavano più popolari, al contrario di quelli che aumentavano la complessità.

Questo può essere in parte dovuto a un fenomeno psicologico come il cosiddetto “mere exposure effect” (effetto di mera esposizione), secondo il quale più vediamo o ascoltiamo una cosa, più finisce per piacerci; oppure al “beauty-in-averageness effect“, in base al quale siamo più attratti da stimoli che comprendono un numero di elementi comuni. Di qualunque cosa si tratti, è chiaro che più qualcosa “suona” familiare e semplice, più ci è gradito e più è probabile che l’acquistiamo.

Se hai dubbi sulla semplicità del tuo prodotto fai l’iPod test

Steve Jobs era senza dubbio un visionario che aveva capito il potere della creazione di prodotti semplici e insieme potenti.

Disse:

Semplice più essere più arduo di complesso: devi lavorare duro per rendere il tuo pensiero limpido e per rendere il prodotto semplice. Ma alla fine ne vale la pena perché una volta che ci riesci puoi spostare le montagne.

Nella creazione del primo iPod, Jobs applicò rigidamente le regola dei 3 click. Se voleva accedere a una canzone o a una funzione, doveva essere in grado di farlo con 3 click e non di più.

ipod-UI

A dispetto di tutta la complessità insita nell’iPod, Jobs sapeva che affinché noi come consumatori fossimo immediatamente a nostro agio con il dispositivo questo doveva essere tremendamente semplice. Il che significava renderlo familiare sia sotto il profilo dell’aspetto che dell’uso: farcelo sentire da subito familiare anche se non lo avevamo mai visto prima.

Non solo la “clickweel” era avvertita come semplice – perché l’azione è prototipica – ma inoltre usare l’interfaccia non era per nulla impegnativo per la nostra memoria di lavoro.

Come tutti i grandi prodotti, l’iPod è riuscito  a sposare design e funzionalità, i mattoni della semplicità.

Conclusioni

Quando ti accingerai a costruire il tuo prossimo prodotto pensa alle aspettative che avranno i tuoi utilizzatori.

  • Puoi velocemente farli sentire a loro agio?
  • Cosa c’è di superfluo di cui ti puoi sbarazzare?
  • Quali sono le barriere che gli impediscono di essere semplice?

Risolvere un problema reale nel modo più semplice è il vero segno dell’innovazione. La semplicità vende sempre.

 

By Federica Trevisanello

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