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L’eMail Marketing è uno strumento molto potente che mira a incoraggiare il target di riferimento a interagire con le diverse proposte di content, e condurre delle attività di nurturing sui lead lungo il conversion funnel.
Nonostante quanto che si possa pensare, l’eMail Marketing è in costante crescita. Solo Gmail conta 1 miliardo di utenti wordwilde e, secondo The Radical Group, si calcola che, entro il 2020, nel mondo, si avranno oltre 3 miliardi di utenti di posta elettronica.
In questo post vi presentiamo 12 best practice per migliorare il tuo approccio di eMail Marketing.
1. Inviare eMail a target di utenti interessati
Se si dispone di mailing list con un basso livello di engagement è il momento di smettere di utilizzarle. Ogni volta che si fa un invio a questo tipo di utenti, si mette a rischio la propria brand reputation e le chance di connettersi con potenziali customer. Quando si ricevono messaggi e comunicazioni non in linea con specifiche esigenze, si tende a cancellare le eMail o a segnarle come spam. È importante offrire ai propri utenti ciò per cui hanno manifestato interesse.
2. Aver definito un goal per ogni email, prima di premere “invio”
Se noi per primi non abbiamo chiaro l’obiettivo per cui si veicolano specifiche comunicazioni, di certo non lo avranno i destinatari. Qual è lo scopo dell’eMail? La compilazione di un form, il download di un contenuto, l’utilizzo di un promo code? Una volta definito è il momento di preparare la mailing list, che sarà composta da utenti in linea con l’offerta proposta. E che (probabilmente) metteranno in atto l’azione di conversione.
Fornite più possibilità di raggiungere il traguardo: CTA, link nel testo, in modo da proporre più modalità per mettere in atto la conversione. Il comportamento di ognuno è differente, è importante quindi che l’eMail risulti flessibile e si adatti alle differenti necessità.
3. Personalizzare e testare le eMail
La personalizzazione è un aspetto fondamentale per la realizzazione di efficaci eMail. Ad esempio, già nel 2014, l’inserimento del nome proprio nella subject line portava a un incremento del clickthrough rates rispetto a quelle senza.
È importante prestare attenzione agli aspetti di automazione che consentono di inserire con facilità elementi di personalizzazione.
La cosa peggiore è ricevere email con un incipit come “Gentile Cliente” oppure ” Caro First Name”.
4. Spedire le eMail da un account personale
È importante non spedire email da “noreply” email account. La personalizzazione e l’attenzione verso l’utente parte anche dal mittente, dal fatto che si tratti di una persona reale che interagisce con i destinatari del messaggio, e che lavora per la risoluzione dei loro problemi.
5. Identificare i giorni migliori per veicolare i messaggi
Martedì, mercoledì e giovedì sono i giorni più popolari per le campagne di eMail Marketing ma sfruttarli in modo eccessivo e compulsivo rischia di frustrare gli utenti.
Per far in modo che le eMail vengano aperte, una possibilità è provare a effettuare degli invii di lunedì e venerdì. Ad esempio, le eMail che includono CTA performano meglio di sabato quindi, non escludiamo a priori il weekend.
In ogni caso è importante testare e sperimentare differenti orari e giorni, in modo da capire qual è il timing migliore per uno specifico target di utenti.
6. Preferire l’interazione con i contatti che hanno compilato un form, piuttosto che con coloro di cui non si hanno informazioni
L’engagement rate di un utente che compila un form e fornisce il proprio indirizzo eMail, risulta essere, in generale, migliore rispetto a quella di un cold contact (che sono invece stati semplicemente importati). Questo perché, nel primo caso, è stato espressamente manifestato un interesse verso un’offerta o un contenuto.
Comprare liste di contatti non profilati può quindi andare a minare la credibilità del brand e a infastidire gli utenti che non hanno richiesto di ricevere quel tipo di comunicazione. Questo aspetto evidenzia come, l’Inbound Marketing sia un asset fondamentale anche a una efficace strategia di eMail Marketing.
7. Eliminare i contatti non interessati per evitare l’invio di graymail.
Ci si potrebbe trovare a inviare dello spam senza rendersene conto, questo perché ne è cambiata la definizione. È stato infatti introdotto il concetto di graymail, ovvero di comunicazioni “fastidiose” che non sono tecnicamente riconducibili allo spam in quanto gli utenti hanno lasciato le loro informazioni, ma non nutrono alcun interesse nel ricevere specifiche tipologie di messaggi.
L’engagement rate subisce una caduta verticale se i destinatari non aprono la prima eMail e quindi, se continuano a ignorare le comunicazione, la probabilità che aprano messaggi futuri si riduce ampiamente.
In sostanza, è preferibile evitare di inviare graymail e iniziare a capire i reali bisogni degli utenti. Il punto di partenza è eliminare gli utenti inattivi, in modo da iniziare a migliorare l’open rate e monitorare il comportamento di utenti in target.
8. Non preoccuparsi (per ora) degli utenti che si disiscrivono.
Le disiscrizioni sono assolutamente naturali. Infatti, è preferibile che un utente si disiscriva da una mailing list piuttosto che segnalare i messaggi come spam. In questo modo manifesta chiaramente il mancato interesse senza intaccare le performance di invio. È opportuno identificare le principali cause dell’abbandono e lavorare per ridurre la percentuale di unsuscribing.
9. Se gli utenti smettono di aprire le eMail è importante capire rapidamente il motivo
Se l’eMail Open Rate peggiora rispetto agli standard significa che si sta perdendo l’interesse dei destinatari. Questo può causare segnalazioni di spam e disiscrizioni. È fondamentale testare differenti eMail per capire come migliorare l’open rate.
10. Se gli utenti marcano le eMail come spam è fondamentale interrompere l’invio a questi destinatari e identificare la fonte del problema
Se si viene identificati come spam è a rischio la propria domain reputation in quanto si potrebbe essere inseriti nella blacklist dall’eMail provider. È importante capire il motivo di queste segnalazioni e lavorare per risolverle, in modo da soddisfare le aspettative degli utenti.
Anche se apparentemente non si hanno problematiche di questo tipo è importante mantenere un alto profilo di attenzione. È possibile infatti, ad esempio, che le eMail finiscano direttamente nella posta indesiderata.
11. Pensare attentamente alla subject line
È importante scrivere messaggi chiari e autentici. Infatti, se la promessa della subject line viene poi disattesa nel corpo del messaggio, gli utenti abbandoneranno la conversazione e la brand reputation subirà notevoli flessioni negative.
Per ottenere risultati performanti è importante personalizzare il messaggio e declinarlo sulla base delle specifiche esigenze degli utenti. La subject line è la leva che porta gli utenti ad aprire la eMail. È importante quindi darle la giusta attenzione per evitare perdite di conversioni.
12. Scrivere eMail è complesso ma restano, ancora oggi, lo strumento più efficace
Ogni anno risulta sempre più difficile raggiungere le inbox degli utenti. Questo non vuol dire che l’eMail Marketing stia perdendo di efficacia, ma che risulta essere sempre più un ambito competitivo. È importante quindi fornire valore aggiunto nel rapporto con gli utenti, in modo da ottenere un concreto vantaggio competitivo
Il filo conduttore di tutti i punti presentati? Il Testing. Ogni target di pubblico è differente, è importante quindi delineare un preciso approccio strategico sulla base del profilo degli utenti che si intende raggiungere.
Per chiudere, vi lascio con l’intervento che, Tom Monaghan, Product eMail Manager di Hubspot, ha tenuto durante l’evento Inbound 2016.