Milano, 15 maggio 2012, Stadio San Siro, Sala Executive. Alle ore 10 il sole filtra dalla grande vetrata e il campo sembra molto più piccolo di quello su cui passa da decenni la storia e la leggenda del calcio internazionale. Oggi si gioca una partita diversa, però: quella del digitale italiano che merita un posto di rilievo nel panorama internazionale, visti i numeri del web nostrano, la creatività e la capacità imprenditoriale che da sempre ci contraddistinguono. Non è (ancora) la partita della vita, ma di certo un match importante, che Digital Magics, incubatore di internet startup, e Grafo Ventures vogliono vincere, insieme al meglio del panorama professionale, riunito per D.Summit 2012, il Summit italiano sui Media Digitali.
Qui, di fronte al tempio del calcio italiano e internazionale, i principali protagonisti del mercato (media company, agenzie media, investitori e opinion leader), si sono confrontati su trend e opportunità dell’industria digitale in Italia. Oltre 200 professionisti del mondo industriale e finanziario hanno dato vita al dibattito, con l’obiettivo definire e comprendere lo stato di salute del mercato e per favorire la realizzazione in Italia di progetti innovativi, capaci di distinguersi e di competere a livello internazionale.
“L’economia italiana è alla soglia di una grande sfida, essenziale per lo sviluppo, ovvero quella di raddoppiare il nostro PIL digitale entro il 2015. La filiera della digital industry soffre però della crisi dei media tradizionali, la carenza di risorse finanziarie per l’innovazione e la pressione dei grandi operatori internazionali”, ha premesso Enrico Gasperini, Presidente di Digital Magics, “un insieme di azioni di rafforzamento del nostro ecosistema fatto da nuove norme, dal consolidamento del settore della ricerca e del venture capital, dalla collaborazione con gli operatori industriali e da iniziative collettive di filiera, può sviluppare il mercato in tempi rapidi. In questo ambito nasce il D.Summit e Digital Magics si propone nel suo ruolo di incubatore per stimolare operatori industriali, web company e venture capitalist per un’agenda per la crescita della filiera italiana digitale”.
La Berlino Valley è un esempio che possiamo seguire anche qui da noi. Gasperini #startup #dsummit
— Claudio Gagliardini (@Cla_Gagliardini) Mag 15, 2012
Su questa premessa e su alcune interessanti provocazioni si sono dunque succeduti gli interventi di grandi realtà quali 360 Capital Partners, 4w MarketPlace, Aegis Media Italia, Atlante Ventures, Connect Ventures, De Agostini, Gruppo 24 ORE, Gruppo Editoriale L’Espresso, Innogest, Matrix, Mediaset, Meta Group, Populis, Principia, RCS MediaGroup, Telecom Italia, Triboo, WPP. I temi affrontati sono quelli che maggiormente caratterizzano il dibattito attuale: puntare sulle startup e sui giovani, adottare opportuni interventi fiscali, favorire la ricerca e il venture capital, coinvolgere l’industria, creare alleanze di sistema, progettare aziende in grado di diventare leader europee e non solo locali, fondare una Silicon Valley italiana.
Lo scenario italiano, secondo D.Summit
In Italia il PIL digitale si aggira intorno al 2%, un terzo rispetto a Germania e Francia. L’advertising vale circa 1,1 miliardo di euro, una quota del 13% contro il 20% della gran parte dei Paesi europei. L’e-commerce pesa solo il 2% del retail: il mercato italiano (8 miliardi) è un sesto rispetto a quello inglese (oltre 51 miliardi), un quarto di quello tedesco (34 miliardi) e meno della metà di quello francese (20 miliardi). Solo il 4% delle PMI italiane vendono online, mentre la media dell’Unione Europea è del 12%. Il ritardo sullo sviluppo della banda larga costa all’Italia circa l’1% del PIL. Anche per quanto riguarda il venture capital – che in ogni altro Paese del mondo rappresenta il motore principale di investimento per l’innovazione e per la crescita economica e occupazionale – l’Italia è al fanalino di coda. Ad oggi l’investimento di capitale di rischio in Italia è il più basso in Europa e corrisponde a un sesto della media europea, che a sua volta è un sesto degli USA. La penetrazione della rete fra i cittadini in Italia invece fa registrare un gap delle audience e degli molto minore rispetto agli altri indicatori economici. L’Italia è il Paese europeo con il maggior numero di telefoni cellulari e con la maggior diffusione di dispositivi mobile: il 30% degli italiani possiede uno smartphone, percentuale che raggiunge il 47% nei giovani. Il 63% delle famiglie italiane sono connesse (in Europa sono il 73%), e circa il 50% della popolazione usa regolarmente internet dal PC. (Dati Audiweb, DAG, IAB, Politecnico di Milano, AGCOM).