Che il giornalismo partecipativo, dal basso o citizen journalism sia già una realtà di fatto è ormai acclarato: una grossa parte della Rete si muove ormai in questa direzione ed è ormai chiaro che la partecipazione delle masse è quello che riesce veramente a fare la differenza tra Internet e gli altri media.
Sulla falsa riga del giornalismo partecipativo che vede in grossi network fatti dalle persone “comuni” la propria punta di diamante (vedi Blogolandia che compie un anno in questi giorni) esistono una grande quantità di iniziative che potremmo definire “citizen”: ci sono siti che permettono di prendere prestiti e di investire danaro in forma del tutto partecipativa e “popolare” come zopa.it, ci sono portali che danno spazio alle pubblicità fatte dagli utenti come zooppa.com ed esistono innumerevoli siti che offrono servizi collaborativi di ogni genere.
Ma una cosa in particolare sembra prestarsi particolarmente per far funzionare la partecipazione online: il giornalismo.
Grazie alle nuove tecnologie e soprattutto alle nuove forme di scambio file tramite piattaforme mobili, l’invio di foto, filmati o semplice testo non è più legato alla presenza di un computer o di una connessione via cavo: ormai siamo liberi di “postare” quello che vogliamo da dove vogliamo ed ovunque vogliamo.
Grazie alla possibilità di far muovere i dati e le informazioni in ogni direzione e da ogni situazione ecco nascere gli scoop giornalistici, le vere news, direttamente dalla gente.
Come racconta Paolo Attivissimo sul suo sito “Il Disinformatico” un Airbus A320 della US Airways è caduto nel fiume Hudson, a New York (..) Il primo a pubblicare una foto dell’incidente è un privato cittadino, Janis Krums, che usa il suo iPhone mentre è su uno dei battelli che si dirige verso l’aereo caduto e posta immediatamente la foto su Twitter.
Ormai sembra che il tempo delle agenzie di stampa come fonte di notizie fresche si stia esaurendo o almeno che si stia esaurendo il principio secondo il quale debbano e possano essere le uniche fonti informative veloci e preparate.
Diciamo che grazie al citizen journalism il fulcro dell’informazione si è spostato dalle grandi agenzie alla persona della strada.