Chi ha usato Google nella giornata di sabato 31 gennaio, facendo una ricerca di qualunque tipo, è probabilmente incorso in questo messaggio: “Questo sito potrebbe arrecare danni al tuo computer”.
A seguito del rilascio di una patch di aggiornamento della lista di indirizzi web noti per essere portatori di software malevolo, è stato erroneamente incluso anche l’indirizzo “/”, che ha così di fatto incluso qualunque cosa fosse stata scritta dopo, comprendendo quindi tutti i siti del mondo ed identificabili come potenzialmente pericolosi. hardwaregadget.blogosfere.it
Il disservizio è da imputarsi ad un errore umano ed anche se l’origine della lista degli indirizzi non è ben chiara c’è spazio per una riflessione su questa vicenda.
Tutta la Rete, tutti gli angoli di Internet, hanno parlato di questa cosa: nemmeno dell’elezione di Obama si è parlato tanto.
Ora, se è vero come è vero che Google da dei servizi straordinari, ha semplificato il modo di vivere Internet, identifica in pieno il Web 2.0 e si pone come azienda leader e da imitare a livello planetario, è anche vero che ormai è un quasi assoluto monopolista e la cosa rischia di avere delle curiose ripercussioni.
Ricordo che quando iniziai ad usare Internet le possibilità di ricerca erano molteplici: da Yahoo! a Lycos, da Altavista fino all’italianissimo Arianna vi erano molte possibilità per “surfare” in Rete: se si doveva fare una ricerca la si poteva fare su un sacco di motori diversi.
Oggi questi motori esistono ancora ma sono virtualmente, almeno come motori, estinti e questo è dovuto alla genialità degli informatici di Mountain View che sono riusciti a creare un algoritmo ricerca efficace, ma così efficace da spazzare via la concorrenza.
Oggi bastano 50 minuti di Google in down per mandare a catafascio le search di mezzo mondo e con loro il business allegato: se si cerca e non si trova l’inserzionista non ha visite e non guadagna, ergo una reazione a catena che porta verso una spirale di panico.
Ora, se Microsoft è sempre stata cosiderata il “male oscuro” perchè unica monopolista si sistemi operativi del pianeta, Google, evitando i passi falsi fatti dalla casa di Readmond, sta scansando ormai da anni questo appellativo.
Allo stesso modo è bene prendere coscienza di un fatto, che per sua natura non è congetturale e quindi incontrovertibile: Google è un monopolista assoluto e non ha, ad oggi, rivali in grado si scalfirne la supremazia.
Da questo possono partire dibattiti di ogni tipo, ideologie complottiste, spy story e via dicendo, ma l’importante è che i dibattiti partano da un dato di fatto del quale è giusto avere coscienza.