Chi si ostina a definire Google Plus una città deserta o un progetto destinato al fallimento, probabilmente non ne ha compreso fino in fondo i meccanismi e le “potenzialità virali”. La situazione attuale di G+ in Italia, mi ricorda molto quella di Twitter di tre anni fa, quando in molti avevano iniziato a “giocare” con questa nuova piattaforma, ma soltanto pochi geek e “smanettoni” ne avevano già compreso le pur semplici dinamiche.
La difficoltà principale, per chi ha esperienza soltanto di un social network “duro e puro” come Facebook, sta nel doversi confrontare per lo più con estranei, anziché con amici, magari di vecchia data, come avviene sulla piattaforma di Mark Zuckerberg. Sul social blu ci si mette la faccia (almeno questo sarebbe il concetto) e il nome, per entrare di nuovo in contatto con vecchie conoscenze e relazionarsi online con i propri familiari ed amici. “Tutto qui”, anche se nel corso degli anni le funzionalità di FB si sono evolute, tanto da rendere possibili nuovi livelli di interazione, anche con aziende, personaggi famosi, etc.
Su Twitter tutto è diverso. Tre anni fa trovarci su un parente o un amico era impresa davvero ardua, quindi la pratica del #FF (Follow Friday) è venuta incontro a chi cinguettava da solo, facendogli fare nuove conoscenze e creando nuove reti e opportunità. L’hashtag, non soltanto il #FF, ovviamente, ha reso possibili eventi, incontri, collaborazioni e anche qualche rivolta, oltre a far conoscere news e catastrofi in tempo reale su scala mondiale. Il concetto di amicizia di Facebook è stato stravolto e superato, ognuno segue chi vuole e interagisce con chi vuole, seguendo le scie degli hashtag e degli argomenti caldi.
Per quel che riguarda la “città deserta” di Google Plus, la situazione oggi è più o meno la stessa. Gli smanettoni, i geek e i socialcosi ci sono quasi tutti, ma le loro fonti di reddito (leggi aziende, clienti) sono ancora ancorate a piattaforme più mature (leggi prevalentemente Facebook), cosicché essi stessi dedicano poco tempo a G+ e alle sue enormi potenzialità prospettiche. Mi preme ricordarlo, prima di concludere con il “core” di questo post: se da molti mesi mi spertico in lodi per il social di Mountain View, non è di certo per la sua realtà attuale, acerba, decisamente incompleta, basic oltre ogni aspettativa; la mia convinzione è che, una volta integrato tutto il mondo Google, questa piattaforma sarà la più completa ed efficiente, quindi credo sia una grande opportunità esserci ora e comprenderne caratteristiche, sviluppi e potenzialità.
Cosa occorre fare oggi, per seminare nel modo giusto? Ecco qualche consiglio:
- esserci, con un solo account personale “Nome e Cognome”, un profilo completo in ogni sua parte, link compresi (ecco un buon esempio https://plus.google.com/u/0/+ClaudioGagliardini/about) e postare qualcosa ogni giorno;
- creare delle cerchie tematizzate, alle quali darete un nome chiaro (es. “Giornalisti Italiani”, oppure “Fotografi”, etc.) e che nel tempo arricchirete con nuovi contatti;
- condividere pubblicamente le vostre cerchie, utilizzando hashtag come #circleday o #circleshare, per fare in modo che chi sta cercando cerchie condivise le trovi (ovviamente anche voi potete cercare cerchie condivise allo stesso modo).
Ovviamente le cose da fare potrebbero essere molte di più, ma già questa base è sufficiente per mettere la prima fila di mattoni ed iniziare a tirare su la vostra casa su G+. In particolare, la creazione e la condivisione di cerchie è la prima cosa da fare per aumentare il numero dei vostri contatti e per rendere esponenzialmente meno deserta la vostra città su Google Plus. Oltre ai due citati, altri hashtag internazionali che fanno riferimento alla condivisione di cerchie sono #sharedcircle #sharedcircles #sharedpubliccircles #circlesharing #sharedcircleoftheday e molte altre.
Se volete rimanere in Italia, comunque, #circleday è un’iniziativa che sto coltivando con alcuni “colleghi smanettoni” e che fa riferimento alla pagina https://plus.google.com/u/0/102729727182416771246/ e che si concretizza il giovedì, giornata in cui tutti gli utenti sono invitati a condividere le loro cerchie pubblicamente.
E’ importante anche comprendere il meccanismo delle cerchie condivise. Spesso degli utenti mi chiedono di essere aggiunti alle cerchie che condividono, cosa che quasi sempre faccio, ma non è questa la dinamica corretta, Se volete essere presenti in una cerchia che vi calza a pennello, è sufficiente che quella cerchia la facciate vostra, magari unendola ad una che avete già e poi la ricondividiate pubblicamente, inserendo voi stessi (c’è un flag da spuntare nel popup di condivisione). Facile, no?