Conversion Marketing

Growth Hacking: crescere grazie alla poliedricità. Anche senza budget!

Tempo di lettura 3 minuti

Cos’è il growth hacking? È il marketing del futuro, la combinazione perfetta tra product design, marketing e statistiche, il cui obiettivo è quello di aumentare il numero degli utenti.

Questo innovativo concetto di marketing, assolutamente figlio dell’era web, si sviluppa attraverso il coinvolgimento diretto delle persone e non sulle tradizionali tattiche e strategie di business. Il focus? Le start up, ovvero realtà commerciali neonate in cui conta solo una cosa:

“Growth first, budget second”

Aaron Ginn

Quindi il growth hacking presuppone una proponsione alla creatività, una modalità di azione attiva e innovativa. 

Per inquadrare meglio di cosa stiamo parlando, possiamo fare un breve passo indietro fino alle origini del termine. L’espressione è stata coniata nel 2010 da Sean Ellis che, grazie a questa nuova idea di processo, ha aumentato in modo esponenziale e, in breve tempo, il coinvolgimento degli utenti di numerose start up della Silicon Valley.

Un po’ di morfologia: con il termine growth si evidenzia il focus, la crescita. Con hacking s’intende invece la poliedricità delle attività, che deve andare oltre i classici schemi predefiniti.

Il growth hacking è la rivoluzione del marketing per le start up, ma non solo!

Le start up, che non possono contare sui budget delle aziende affermate e non possiedono background e conoscenze sufficienti rispetto al proprio mercato e target di riferimento, non dispongono dei mezzi per permettersi di usare le tradizionali tecniche di marketing. L’obiettivo principale di questo tipo di realtà è ottenere la massima velocità di risposta nel creare una nuova azienda e, per questo motivo, si è iniziato a parlare di marketing per start up e metodologie lean.

Il growth hacking risponde a queste nuove esigenze utilizzando e sfruttando tutti i canali di diffusione offerti da internet: siti web, landing pages, A/B testing, test sulle conversioni, Direct Email Marketing, strategie di engagement e condivisione sui social network.

Da queste differenze emerge come questa strategia meglio si adatta alle esigenze tipiche di una società in fase di avvio dove il punto di partenza è il prodotto stesso. Non è più possibile ragionare per schemi paralleli: occorre infatti pensare alla crescita già dal momento dell’ideazione del prodotto.

Scardinare le vecchie strategie per concentrarsi sulla crescita rapida e a basso costo, questa è la forza del growth hacking. Ma oggi questi obiettivi non sono esclusivi delle start up, infatti, a causa della crisi, molte aziende hanno dovuto effettuare tagli, cambiamenti e rispondere in tempi brevi alle flessioni del mercato. Anche  per le “big” la crescita diventa quindi il focus centrale e per raggiungerla si affidano alle nuove tecnologie e ai nuovi strumenti digitali.

Per questo motivo il growth hacking, più che come marketing per start up, può essere inteso come rivoluzione del marketing.

Sono diverse le case history di realtà che hanno “toccato con mano” questa crescita grazie a processi di questa nuova strategia, ognuna con tecniche diverse ma con il medesimo obiettivo: la crescita.

Un caso di successo è quello di AirBnB che ha saputo utilizzare diverse tecniche di growth hacking per emergere rispetto ai concorrenti. Una su tutte è stata la scelta di sfruttare Craigslist, una piattaforma con milioni di utenti in cerca di alloggi, per aumentare la propria base utenti. Il procedimento era molto semplice: quando un utente compilava il modulo per prenotare la propria camera da letto su AirBnB, il servizio dava la possibilità di pubblicare la stanza anche su Craigslist, in modo automatico. Questo risultava un vantaggio sia per l’utente, che otteneva più visite  alla sua pagina, ma in primo luogo per AirBnB che, così, aumentava esponenzialmente le visualizzazioni sulla piattaforma.

Dropbox ha deciso di dare spazio gratuito sui server se si invitano amici sulla piattaforma. Groupon, per lo stesso motivo, offre un coupon da spendere sul loro sito. Queste start up hanno deciso di motivare i loro utenti non solo a usare il loro servizio ma a diffonderlo.

Definire il goal e, una volta raggiunto, passare al successivo. Il growth hacking è quindi un processo circolare che si modula, trasforma ed evolve in base a esigenze che cambiano continuamente.

Se la partenza è definita, è necessario iniziare a crescere!

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