Siamo entrati nel primo trimestre dell’anno, e quindi è tempo di iniziare a interrogarci su cosa ci prepara il 2016: quali saranno i nuovi trend? è possibile delinearli?
Il marketing infatti comporta un adattamento e un aggiustamento continui rispetto alle innovazioni tecnologiche e alle nuove tendenze, ma il marketing digitale negli ultimi anni ha vissuto cambiamenti sostanziali, mentre la tecnologia che li ha trainati continua ad avanzare a ritmi molto più rapidi di quelli della maggior parte dei brand.
Cosa comporta questo per i marketer che stanno già iniziando a elaborare strategie per l’anno che verrà?
I brand hanno bisogno di guardare al di là dei soliti canali e cavalcare, guidare, orientare il cambiamento: vediamo dunque quali sono le tendenze che stanno (ancora una volta) mutando il volto del marketing e proviamo ad aprire lo sguardo a ciò con cui i marketer si troveranno a fare i conti nel 2016. [1]
Sette sono le tendenze che a oggi si possono delineare:
- Marketing relazionale
- Marketing automation
- Tecnologia basata sulla localizzazione
- Realtà virtuale
- Il marketing effimero
- La search oltre i motori di ricerca
- Internet Of Things (IoT)
1. Marketing relazionale
Dal momento che l’adozione di smartphone continua a crescere (si stima che nel 2016 saranno 2 miliardi nel mondo i possessori di uno smartphone) l’opportunità per i brand di essere sempre connessi con clienti e prospect è più concreta che mai.
Obiettivo del marketing relazionale è quello di concentrarsi sulla costruzione di una relazione con il cliente duratura nel tempo e di fidelizzarlo, anziché dedicarsi ad acquisizioni che durano lo spazio di un minuto e a un mero incremento delle vendite.
Un approccio di tipo relazionale aiuta le società a sviluppare legami forti ed emotivamente connotati tra brand e clienti, che trascinano con sé le promozioni per passaparola e la lead generation. Tramite relazioni significative con i clienti, e tramite le conversazioni, le aziende creano consumatori fedeli e brand advocate.
Le aziende che praticano con efficacia il marketing relazionale sono quelle che alzeranno l’asticella delle attese anche nei confronti delle altre imprese, che cercheranno di rincorrerle alla ricerca di relazioni e legami più significativi.
Come possono le aziende sviluppare delle comunità e personalizzare i loro sforzi per ampliare la propria presenza? Attraverso i dati.
I dati oggi sono disponibili e facilmente accessibili, e si prestano ad essere interpretati utilmente per lo sviluppo di piani di marketing imperniati sulla relazione.
- Nel 2016, e oltre, il marketing personalizzato sulla base dei dati diventerà sempre più importante.
- Viceversa, gli approcci intrusivi, massificati, scemeranno progressivamente, man mano che i marketer incentrati sulle relazioni aumenteranno i loro risultati.
Tutte le relazioni solide si fondano sulla fiducia. La trasparenza tra consumatori e brand è essenziale, e le aziende devono aver bene a mente questo pilastro: è da qui che devono partire quando elaborano le loro strategie e mappano le loro relazioni con i clienti.
2. Marketing automation
Oggi i marketer dedicano almeno il 50% del loro tempo ai contenuti, e le aziende stanno combinando tra loro diversi metodi per automatizzare il marketing. Da sola, l’automazione delle attività di marketing vale 5,5 miliardi di dollari e sta guidando la lead generation e tutte le attività che hanno a che fare con la cura, la crescita, l'”accudimento” nel tempo dei propri clienti potenziali (prospect nurturing).
L’utilizzo di una piattaforma di marketing automation rende più facile programmare le e-mail, segmentare i contatti, automatizzare i post sui social media, tracciare il ciclo di vita dei clienti. Questa tendenza inoltre mette il luce la crescita della convergenza, ossia dell’unione (resa possibile dalla tecnologia digitale) di tanti strumenti che erogano informazione. La convergenza consente di utilizzare una sola interfaccia per tanti servizi d’informazione (sorveglianza, servizi, bancari, intrattenimento, ecc.) e di essere “leggeri”, focalizzati e il più possibile economicamente efficaci senza rinunciare alla qualità.
I direttori marketing, pertanto, dovrebbero fare un bilancio delle competenze dei loro team, individuare i gap e definire una solida strategia di automazione in modo da sostenere le vendite coinvolgendo i prospect, qualificando i lead e accorciando complessivamente il ciclo delle vendite.
3. Tecnologia basata sulla localizzazione
Come possono i professionisti degli eventi e i marketer creare un’esperienza interattiva? Devono “targhettizzare” gli utenti nel punto in cui avviene il coinvolgimento. La tecnologia di marketing basata sulla localizzazione (come ad esempio i sistemi iBeacon e RFID) lo rende possibile.
I dispositivi iBeacon utilizzano la tecnologia Bluetooth Low Energy (BLE) per individuare dispositivi prossimi che possono essere collocati in negozi retail, in espositori di punti vendita, e nelle aree dove si promuove la vendita di determinati prodotti. Possono anche aiutare i partecipanti agli eventi a fare la maggior parte delle conferenze mediante iscrizione e coinvolgimento in sessioni e interazioni con il pubblico. Inoltre, l’integrazione con LinkedIn offre l’opportunità di connettersi con i partecipanti e mandare messaggi riguardanti le ultime notizie, riducendo così il bisogno di comunicazioni via e-mail.
Per parte loro, le fascette RFID, le card, le app consentono ai partecipanti agli eventi di interagire con modalità più coinvolgenti e nuove. Gli organizzatori possono lasciare che i visitatori condividano liberamente la loro esperienza con gli amici online. I brand possono aumentare le condivisioni e i “like” con una semplice foto e pigiando la fascetta condividerla su tutti i social media.
Parte tutto dalla localizzazione – e dalla capacità del marketer di trarne il meglio, in tempo reale.
4. Realtà virtuale
La realtà virtuale, come quella di dispositivi tipo Oculus Rift, inevitabilmente ha un grande impatto sul modo in cui i marketer si approcceranno ai consumatori nel 2016. Una delle principali chiavi di marketing, soprattutto nei confronti dei Millennial, è la personalizzazione. Se avranno la capacità di narrare storie letteralmente a 360°, le aziende saranno capaci di coinvolgerli come non mai.
Aziende che non forniscono esperienze di realtà virtuale, come i retailer, potrebbero viceversa veder crollare le vendite.
L’adozione della realtà virtuale nel 2016, e oltre, provocherà qualche spostamento nell’ideologia del marketing: meglio saltare sul treno della realtà virtuale e guardare ciò che questi nuovi occhi offrono al nostro sguardo.
5. Il marketing effimero
Prendiamo Snapchat, l’applicazione per Android e iPhone che consente agli utenti di scambiarsi foto o brevi video che dopo la visualizzazione si cancellano automaticamente: si sta spostando nello spazio riservato alle “piattaforme standard di marketing”.
Molto probabilmente l’anno prossimo i marketer si renderanno conto che non si tratta di un “giochino” per fare esperimenti divertenti, ma che è una vera e propria piattaforma che gli utenti stanno adottando in massa per fruire dei social media in tempo reale.
Per realizzare campagne di marketing integrato che facciano sentire i loro componenti connessi, soprattutto se si tratta dei più giovani (i Millennial), bisogna offrire un contenuto esclusivo che abbia una “data di scadenza”.
Questo principio di marketing del “meno è più”, ovvero il concetto di effimero, implica una comunicazione più breve e più indirizzata al punto saliente. In un mondo dove le persone hanno sempre meno tempo, questo modello funziona.
Snapchat è la piattaforma che fa sentire i consumatori connessi e al tempo stesso unici. Brand come ESPN, Vice e Comedy Central già la utilizzano per mandare i loro messaggi ai voraci consumatori di media.
Con Snapchat la pubblicità diviene il prodotto – qualcosa che la concorrenza non può ignorare. Vale la pena avvalersi di questa enorme opportunità di connettersi in modo personalizzato usando solo una minuscola porzione del tempo della propria audience.
Il suggerimento è quello di essere naturali, parlare il linguaggio dell’audience e andare subito al punto.
6. La search oltre i motori di ricerca
Il progressivo miglioramento delle funzioni di search nei vari social media automaticamente ha un impatto positivo sui brand. Inoltre, quando nel 2016 sui social compariranno il pulsante “acquista” e la messaggistica di pagamento, assisteremo ad una crescita della convergenza.
Capacità di search più avanzate, metodi di pagamento integrati, impatto sociale consentito da siti come Facebook e Twitter: tutto questo insieme permetterà ai consumatori di comprare, chiacchierare con gli amici su ciò che hanno acquistato, postare la prova sociale del loro nuovo acquisto.
La search più avanzata avrà come conseguenza un’esperienza sociale più integrata e questo si riverbererà nel campo dell’e-commerce. I brand che nel marketing abbracceranno la logica del tutto-in-uno e dell’acquista-e-condividi trarranno grossi vantaggi.
Conviene dunque rendere il processo di acquisto tremendamente semplice, ma anche renderlo un’esperienza.
7. Internet Of Things (IoT)
Si stima che nel 2016 la tecnologia indossabile vedrà un aumento del 28% (secondo uno studio di Acquity Group) – ancor più dati per i marketer… Questi dati deriveranno dalle abitudini giornaliere delle persone? Pare di sì. Da quest’anno in poi vedremo l’IoT diventare un sempre più potente strumento nelle mani dei marketer per agganciare e mantenere i consumatori.
Può darsi che questo significhi che gli annunci pubblicitari dovranno in breve tempo avere la capacità di indirizzarsi in modo mirato alle persone, sulla base dei loro comportamenti.
Per i marketer questo significa che i dati dovranno essere appunto più basati sui comportamenti e, anche se il potere dei dispositivi può sembrare inquietante, questo permetterà di “stare sul target” e di dare alle persone ciò che loro vogliono.
Conclusioni
I 7 trend che presumibilmente scompiglieranno un po’ i giochi nel 2016 andrebbero tutti tenuti d’occhio e messi nel conto quando si preparano i propri piani di marketing. Probabilmente alcune aziende hanno già colto la tendenza e si stanno attrezzando, magari su qualcuno di questi trend, in funzione del proprio business e del proprio mercato. Chi ancora non lo ha fatto, si troverà nella sgradevole condizione di rincorrere l’innovazione, anziché governarla e farne un prezioso alleato.
Note
[1] Per enucleare questi trend mi sono avvalsa del supporto di Meaghan Moraes, senior content specialist di Responsive Inbound Marketing
Federica Trevisanello