Uno dei fenomeni di marketing che recentemente interessano il panorama del web è quello delle toolbar.
Si tratta di una componente addizionale, tecnicamente widget, che si inserisce nel browser di navigazione internet (come internet explorer o firefox) e conduce a funzioni e servizi specifici erogati dall’emittente, ad esempio:
google toolbar: contiene servizi specifici come la ricerca con google o la possibilità di avere suggerimenti, inserire segnalibri o eseguire traduzioni. E’ inoltre possibile personalizzare la toolbar e bloccare i pop-up oltre che attivare la correzione automatica della posta elettronica inviata via web.
Yahoo! toolbar: offre la possibilità di bloccare gli spyware grazie al sistema antispy. E’ inoltre possibile utilizzare le schede per navigare meglio tra le pagine web aperte, migliora le ricerche nel web ed integra yahoo mail e il noto yahoo messenger
Windows live Toolbar: è possibile cercare da ogni pagina web, offre protezione da phishing e virus e pulsanti personalizzati. Offre anche la ricerca sul proprio desktop con windows desktop search.
In termini di marketing le toolbar sono un importante strumento di fidelizzazione ed è per questo che i vari fornitori di servizi spingono molto sull’inserimento di tali barre nei browser, ad esempio è possibile scaricare firefox con la toolbar di google già integrata. Recentemente ho installato yahoo messenger ed ho trovato nel mio browser la toolbar installata, non amando particolarmente tali widget ho dovuto disinstallare e reinstallare il tutto eliminando una piccola spunta per riuscire ad avere il messenger senza la barra. Questa preoccupante ingerenza e pervasività dei servizi fa capire come ogni brand (google, yahoo, microsoft) sia alla ricerca di un “mondo tutto suo” in cui trattenere ed accompagnare il navigatore: dalle chat alle mail, dalle barre alle traduzioni. I servizi sono tutti piuttosto simili, antispam, mail, miglioramento della navigazione.
In passato si parlava di un più pesante utilizzo dei cookie con le toolbar o comunque di una privacy minacciata, le politiche attuali sembrano tutelare la privacy ma viene da chiedersi allora, perchè una tale spinta nell’utilizzo di tali strumenti da parte di Googl&co?