Come saremo tra 100 anni? (ammesso che ci saremo ancora).
E’ una domanda che tutti, da sempre, ci siamo posti. Come saremo domani? Come saranno gli uomini del futuro? Come saranno le persone che sono sopravvissute alle violenze procurate al nostro pianeta?
Uno studio condotto dal Dott. Gary Small, neuroscienziato della Ucla in California, ci dice che il cervello delle persone sta cambiando e sta cambiando in meglio:
“La ricerca su internet e i messaggi di testo hanno reso il cervello più capace di filtrare informazioni e più veloce nel prendere decisioni. La tecnologia può accelerare l’apprendimento e migliorare la creatività, ma può anche creare nelle persone una dipendenza o generare casi di perdita del contatto con la realtà.“
Ma la cosa interessante non è questa a mio parere: ormai siamo abituati a sentir dire tutto ed il contrario di tutto su Internet e sul nostro cervello.
La cosa interessante è l’analisi che il dottore fa sull’uomo vincente di domani: “Small sostiene che le persone più importanti della prossima generazione saranno quelle con un misto di capacità tecnologiche e sociali.
“Stiamo assistendo a un cambiamento evolutivo. I migliori della prossima generazione saranno quelli con capacità tecnologiche ma anche in grado di interagire faccia a faccia”, ha spiegato in un’intervista. “Sapranno quando la miglior risposta a una email o a Instant Message è parlarsi invece che stare seduti e continuare a mandare posta elettronica”.”
Trovo che sia una analisi realistica: se un individuo riesce a equilibrare avanzate tecnologia con una buona azione sociale, non c’è nulla che tenga.
Non è un caso che nel mondo hacker, tecnologicamente super sofisticato, non si possa fare a meno della social engineering o ingegneria sociale, che è la cosa più distante dal mondo dall’informatica e dai bit.