Molti di noi che amano la fantascienza si sono trovati spesso a fantasticare su cose che fino ad oggi sono state considerate del tutto impossibili, come ad esempio il gestire il proprio computer con la sola “forza del pensiero“.
In molti film di fantascienza abbiamo visto i protagonisti indossare un casco o una cosa simile che aiutasse loro a gestire complesse macchine e computer grazie ad un collegamento neurale tra la macchina e l’uomo.
Abbiamo sempre pensato che tutto questo forse fantascienza per un motivo molto semplice: non si possono controllare i pensieri in maniera precisa e mirata e quindi la macchina non capisce cosa fare a causa della “confusione” generata dal nostro complesso cervello.
Ma se si riuscisse a selezionare la parte del cervello dove accade con precisione una cosa e se a questa sezione venisse collegato un preciso strumento potremmo gestire ed incanalare i pensieri, oltre che “vederli”?
Pare di si:
“Preconizzata da un intero universo sci-fi, la macchina in grado di leggere e riprodurre le immagini nel cervello umano potrebbe divenire realtà in un futuro non troppo lontano. Questo grazie anche al lavoro di alcuni ricercatori nipponici”.
La cosa straordinaria è la spaventosa evoluzione che paventa una scoperta simile:
“Una volta perfezionato il sistema, il passo successivo punterà dritto a visualizzare le immagini all’interno del pensiero umano, qualcosa di simile alle “nuvolette” dei fumetti. Non solo: la sfida è rivolta anche ai sogni, che potrebbero addirittura un giorno essere registrati e rivissuti da svegli (…) Tra quelli ipotizzati, di sicuro il più curioso è quello del “neural marketing”: nel passare vicino ad un cartellone pubblicitario, il dispositivo leggerebbe la mente del potenziale cliente, proponendo un acquisto a tema con quanto pensato dal passante” punto-informatico.it
Tutto questo ha dello straordinario: se questa tecnologia si evolvesse come pare possa nei prossimi anni, si avrebbe un altro sistema di fare marketing: non più orientati verso congetture e desideri delle persone, ma direttamente ai pensieri delle stesse saltando tutti i passaggi intermedi ed i “veti” morali che il nostro cervello mette alla nostra comunicazione.
Se da un lato la ricerca porta in una direzione splendida e luminosa, dall’altra ci sono dei lati sinistri ed oscuri come la perdita totale dell’intimità della propria mente.