Se ne parla il corriere, possiamo farlo anche noi. La realtà è che il porno è un mercato che, soprattutto in rete, attira moltissimi visitatori e costituisce un business molto importante. E il web 2.0?
Un lungimirante sconosciuto ha creato un clone di youtube chiamato youporn, 15 milioni di visitatori in un mese e un boom di “audience” assolutamente inatteso. Al successone corrisponde un danno all’industria “1.0” del porno assolutamente rilevante. Film e giornali invenduti e mercato in crisi: è tutto in rete, gratis!
Non si tratta solo di copyright visto che molti video sono “autoprodotti” o caricati come trailer di film hard dagli stessi produttori.
La novità vera sta nella piattaforma, ed i concorrenti non mancano (youporn ad esempio, creato proprio da una major del porno). In Italia il sito è al 23? posto tra i più cliccati e il fenomeno non accenna a diminuire in termini di portata.
C’è una lezione? Forse due: in questo caso la chiave sta più nel tema che nel web 2.0, il porno (come la politica) è uno dei temi che fanno rumore, tanto sul web quanto in tv, e la cosa ha decisamente favorito la diffusione del sito. Un secondo dato è legato invece alla dimensione di “pulizia” del sito, il cui modello di business è costituito da banner ed adwords e non si respira l’aria di dialer o rischiosi warm.
La domanda ora è una sola, quale sarà il prossimo baluardo 1.0 a cadere?