Chi si occupa di SEO ne parla da diversi mesi, prima ancora della nascita di Google Plus, il social media di Mountain View che ha rilanciato prepotentemente le aspettative e le dinamiche del web nella seconda metà del 2011. In questi giorni la Search si fa Social, prospettiva che era facile intravedere già da alcune scelte fatte da Facebook e da Twitter, negli anni scorsi, ma che con la discesa in campo di Google rappresenta già oggi una realtà conclamata. Il web semantico, che qualche anno fa sembrava dover rappresentare la fase 3.0 del web, dopo la rivoluzione social 2.0 inaugurata nel 2002 da Friendster e consolidata da Myspace, Facebook e tutti gli altri, diventerà forse realtà solo dopo questo indispensabile step.
Le novità introdotte da Google, per il momento soltanto su Google.com, allo stato attuale possono essere sintetizzate in tre grandi filoni: Personal Result, Profiles in Search e People and Pages. Rispettivamente queste novità consentiranno di “curiosare” tra i risultati di ricerca scelti e preferiti dai propri contatti e amici, di trovare immediatamente il profilo Google di una persona che si sta cercando e di ottenere risultati “made in Google Plus” e da altre fonti social (probabilmente non Twitter, da quanto sembra emergere in queste ore) in relazione ad un determinato argomento, oltre a quelli normalmente forniti in ogni ricerca su Google.
Ai profani potranno sembrare novità di poco conto, ma per chi conosce il web è chiaro che si tratta di una vera e propria rivoluzione, molto (troppo?) autoreferenziale rispetto a Google e alla sua galassia di servizi e applicazioni, ma estremamente pesante in termini di conseguenze e di prospettive, non soltanto e non semplicemente in ottica SEO. Cosa ci sta dicendo Google, con queste novità? Intanto che a breve non avere un account Google significherà perdere molte opportunità e “condannarsi” ad un’esperienza di ricerca e di navigazione web molto limitata. Inoltre, non avere un profilo Google rappresenterà presto un danno non da poco in ottica di personal branding, perché il nuovo profilo Google Plus è già oggi una grande realtà, forse già migliore di quello Facebook, oltre che completamente “aperto” ed estremamente visibile.
La vera e propria “mania” scatenata da Facebook negli ultimi 7 anni (sembra un’eternità) ha convinto Google che non potesse bastare essere il numero uno indiscusso per la search, oltre che un ben posizionato provider di e-mail e di parecchie altre cose, dalle utilizzatissime mappe all’ottimo calendar. Quello che davvero sembra interessare alla gente è il web sociale, con la sua galassia di servizi e applicazioni. L’acquisto di Youtube e i tentativi social rappresentati da Wave e Buzz hanno fatto dunque da apripista a quello che oggi non può più essere considerato un esperimento: Google Plus.
Oggi Google ci spiega cosa intendesse comunicare con quel “Plus”: Search, plus Your World, ovvero la specialità della casa, la ricerca, aumentata e raffinata dall’interazione con “il tuo mondo”, con la tua sfera sociale, con le tue passioni e con il modo in cui interagisci con una complessa rete di utenti. L’ho già scritto nei giorni scorsi, la prima cosa che mi viene in mente, se penso a tutto questo, è che se Google riuscirà nel suo intento di “sdoganarsi” dalla ancora ristretta cerchia di “nerd” e smanettoni che fino ad oggi sembrano essere gli unici a navigare la rete “loggati”, aumenterà in modo esponenziale la propria capacità di essere leader sul web, oltre ad accrescere spaventosamente il proprio livello di profilazione degli utenti.
Il nuovo Google potrebbe dunque sbaragliare definitivamente il campo, senza necessariamente cannibalizzare Facebook, Twitter & Co., ma riprendendosi con forza quello scettro da leader indiscusso che queste ed altre realtà sembravano avergli portato via con graduale e dirompente costanza. Per quel che mi riguarda sono convinto che il modello che Google sta mettendo a punto, sia un passo avanti rispetto a tutti gli altri, Facebook in testa, che solo recentemente, ad esempio, ha inserito la possibilità di sottoscrivere gli aggiornamenti di utenti con i quali non si è amici, enorme limite di quella piattaforma fino al 2011 inoltrato. Il fatto che Facebook abbia aspettato l’arrivo delle cerchie di Google Plus per inserire questa novità non sembra affatto casuale. Twitter funzionava più o meno a quel modo già da anni, ma la cosa non aveva impensierito in alcun modo la creatura di Zuckerberg. Il qualcosa in più che il modello Google ha fatto vedere sin dall’inizio è insito nelle sue enormi potenzialità e prospettive.
Search, plus Your World inaugura un web nuovo, che Facebook aveva forse intuito con l’introduzione delle social pages, qualche tempo fa, ma che evidentemente non ha saputo poi perseguire nel modo giusto. Un web che fa della profilazione degli utenti e delle loro interazioni sociali, oltre che delle loro sottoscrizioni a pagine e argomenti, una colonna portante della search e dell’advertising, sempre più contestualizzato e sempre più ammorbidito e per certi versi nascosto dietro ad infinite possibilità di suggerimento da parte degli amici e delle cerchie. Credo che questo web abbia le caratteristiche per riscrivere la storia e il senso della SEO, oltre che della navigazione in rete da parte degli utenti. Bisognerà aspettare parecchi mesi prima che questa mia sensazione possa essere raffrontata con la realtà, ma di certo a partire da ieri tutto il mondo legato al web sta facendo i conti con la strada intrapresa da Google e non riesco ad immaginare che possa essere la strada sbagliata.