Interessante lavoro tra le ricerche sui blog recentemente pubblicate, Mauro Lupi ha infatti realizzato un ottimo matching tra gli studi di Forrester e i dati Nielsen evidenziando come in Italia siano presenti quasi 10 milioni di lettori di blog e social networks (spectators), 5 milioni di commentatori (critics) e 3 milioni di produttori di contenuti (creators). Questo dato è stupefacente (qualcuno direbbe stupefacentemente elevato) e va considerato il fatto che il nuovo web è fatto anche di blog quindi è normale che di quei 25 milioni di Italiani che navigano il web alcuni cadano sui blog, magari portati dai motori di ricerca. I professionisti della comunicazione non hanno ancora capito che i blog possono essere utilizzati sia per fare pubblicità che per fare pr e che sono uno strumento potentissimo, forse la carta audience, caro vecchio indice cosi radicato nelle menti di chi vende costo-contatto, potrà aiutarci a sdoganare la comunicazione on line (e figuriamoci il 2.0) dando alle leve che la compongono la legittimazione che merita, fa riflettere anche questa osservazione di Mauro:
Il fatto che numeri così alti suscitino perplessità, dipende da due fattori: a) perchè in Italia si tende a diffidare “a prescindere”; b) più seriamente, perché la polverizzazione dell’attenzione tende a non creare l’impatto delle “audience di massa” a cui siamo abituati con gli altri mezzi tradizionali, con tutti gli effetti di influenza sull’agenda che conosciamo. È la differenza tra 10 milioni di ascoltatori che guardano 100 canali oppure che si distribuiscono su 3 milioni di canali.
Frammentazione, diffidenza, ma anche nuova comunicazione e blog sono termini cui dovremo forzatamente abituarci se vogliamo davvero intercettare quell’utenza che, ora si, ci aspetta anche la fuori