Con questa copertina l’edizione domenicale del New York Times Magazine si chiede se “tal dei tali” potrà salvare il business della musica. Il tal dei tali in questione è Rick Rubin, fondatore dell’etichetta discografica Def Jam, oggi ai piani alti della Columbia Records e pronto a rivoluzionare il mercato con una struttura innovativa, che comprende anche un “ufficio passaparola” in azienda.
Il “Word of mouth department” è stato istituito dopo un esperimento chiamato “Big Red” in cui 20 studenti di noti college tra cui Harvard e Miami hanno dato vita a focus group con interessanti risultati:
a) nessuno ascolta più la radio
b) la maggior parte dei giovani scarica musica ma non considera questa pratica un furto
c) gran parte della musica viene scaricata da Itunes negli Ipod
I giovani si muovono tra facebook (cool, ma ancora per poco) e i blog, considerano myspace “scaduto” e la cosa che più li gratifica e muove i loro comportamenti è il passaparola. Un esperimento della Columbia ha portato a “generare” passaprola in stile 2.0 nei forum e nelle chat utilizzando dei seeder (persone che inseriscono a pagamento commenti o “voci” positive in merito ad un prodotto o argomento, in questo caso alla musica), si tratta però del solito approccio top-down in cui cambiano le forme, ma non la sostanza.
E’ invece interessante notare come il modello futuro proposto da Rubin sia quello della sottoscrizione: con 19/29/39 euro al mese una immensa libreria musicale sarà disponibile on line in ogni parte del mondo, senza limitazioni. Il modello itunes è infatti limitante secondo l’ideatore di questa strategia visto che applica un pricing paritario per le canzoni “da top 10” come per quelle meno ascoltate. Dice Rubin che con il suo modello l’industria musicale potrebbe decuplicare il proprio volume d’affari.
Le certezze in merito sono due:
– le major devono trovare un nuovo modello di business che tenga in considerazione l’immaterialità del bene che propongono. Non è irrilevante il fatto che moltissime persone scaricano musica senza ritenere tale pratica sbagliata o illegale.
– il marketing digitale rivoluziona le convinzioni più radicate e lo switch da “tariffazione a consumo” ad “abbonamento” ha fatto alcuni feriti, ma non molti morti. Le compagnie di TLC ad esempio sono ancora tutte li, a giocare tra la lobby e le offerte speciali cercando di mantenere un vantaggio competitivo labile, ma non ancora perso.
Serve coraggio per innovare, ma è più una certezza che un dubbio il fatto che l’applicazione dei vecchi modelli alle nuove piattaforme rischia di essere un boomerang molto pesante, e se si è visto che il word of mouth è cosi importante, significa che l’utente conta più di qualcosa in questa faccenda.
immagine: idolator.com