Una recente ricerca di Nielsen Online, che analizza il rapporto tra le mamme e il consumo di internet, rivela dati molto interessanti sul consumo web di una particolare categoria: quella delle cosiddette “super-mamme”: si tratta di donne in età compresa tra i 25 e i 54 anni, con almeno un figlio, che utilizzano la rete. Se negli USA esse rappresentano il 19% della popolazione attiva online, in Italia le mamme internaute si difendono bene: nel mese di maggio 2009 hanno raggiunto quota 2 milioni, l’11% dei popolazione internet e il 24% di tutte le donne online.
Un esercito di utenti molto attivi, secondo Nielsen: colte, informate, interessate, le super-mamme italiane cercano su Google, bloggano, frequentano i social network, caricano contenuti, commentano. Ma soprattutto comprano. Non quanto le “colleghe” americane, vere e proprie serial shoppers del web (e non solo), ma a giudicare dalla classifica dei siti più visitati rappresentano comunque un target interessante per le aziende. Per quelle aziende che sono disposte a cercarle nel proprio habitat virtuale, ovviamente. Indipendentemente dalle modalità d’acquisto prescelte, le mamme della rete cercano comunque idee, suggerimenti, opportunità e affari, che poi magari perfezioneranno in un negozio, anziché sul web.
Ecco perché le aziende dovrebbero credere di più nel mezzo internet e nei social media. Chi finora ha ritenuto questi mezzi appannaggio esclusivo di teenagers squattrinati, o di geki smanettoni tutti casa e PC, ha oggi molte ragioni per credere che il futuro sia già qui e che la parte più viva del target passa oggi attraverso il web e i suoi strumenti sociali. Ignorare questa tendenza significa rimanere indietro e aspettare un’onda di ritorno che non ci sarà.