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Web semantico, reloaded

Tempo di lettura 2 minuti

Ci risiamo, verrebbe da dire. Sono passati anni, non mesi, da quando il popolare motore di ricerca AskJeeves ha fatto la sua comparsa nel panorama del web, eppure non ha mai sfondato. Il problema non sta tanto nel motore di ricerca, quanto nella sua idea di fondo: rispondere a domande di senso compiuto.

A che ora è il treno da Venezia a Roma?

Come di chiamano i frollini per la colazione più venduti?

Non so cosa mangiare questa sera, qualche idea?

Ad oggi appare poco sensato pensare di rivolgere a google queste domande, molto meglio eventualmente rivolgerle a yahoo! answers, interessante aggregatore di risposte ´ umane´alle domande più svariate. La procedura ´ a domanda rispondo´portata avanti con tentativi automatici da vero motore di ricerca è però, ad oggi, sempre fallita. Ci riprova con un progetto articolato uno degli esperti di internet più titolati, quel Tim Berners Lee che qualche anno fa si inventò il WWW.
Si parla di web semantico e la chiave per raggiungere l´obiettivo sta tutta nelle connessioni e nell´arricchimento dei concetti che il motore di ricerca può apprendere, il fine ultimo è quello di portare il motore di ricerca a ´ pensare´come il cervello umano.

La rivoluzione è tecnologica, ma deve essere prima di tutto concettuale, facciamo un esempio;

Dove posso andare in vacanza quest´estate?

La vera rivoluzione non sarà tanto legata all´offerta di qualche destinazione per la vacanza, d´atra parte riportare la domanda come citata sopra o scrivere a google ´ vacanze estive´non è molto differente, anzi è forse più semplice la seconda soluzione alla luce del fatto che molti si sono adattati al linguaggio di google, visto che lui non si adattava al nostro. La vera rivoluzione, dicevamo, sta nelle intenzioni: quando il motore di ricerca potrà comprendere che dietro quella domanda c´è il mio odio per la montagna, amore per il mare, disponibilità di budget e ferie sempre di due settimane, allora avremo veramente fatto un passo avanti verso la soluzione del problema della ricerca. Si potrebbe pensare che tutto questo è utopia e che nemmeno noi sappiamo con certezza alcune di queste cose, il futuro però dipende dal passato ed è legato alle abitudini. Google già permette di accettare che il motore tenga traccia delle azioni dei singoli utenti al fine di offrire risultati di ricerca migliori adeguando i futuri alle ricerche passate. Se ad esempio nelle mie ricerche compare spesso la parola mare, probabilmente il mese prossimo alla mia ricerca ´ vacanze´saranno le mete di mare a comparire in testa ai risultati restituiti.

Il lavoro da fare è molto, ma la gente al lavoro non manca. Crediamo che un buon traghettatore verso il web semantico possano essere i social media ed esperimenti come yahoo! answers che, anzichè tagliar fuori l´utente per votarsi all´ottimizzazione, lo coinvolge in un progetto di socialità di sicuro valore aggiunto. Fra 5 anni google potrà dirci come si fa la pasta al sugo, ma difficilmetnte potrà suggerirci il trucco della nonna..

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